Xantelasmi dell’occhio spia di possibili problemi
Cosa sono e da cosa hanno origine gli xantelasmi. Non solo un antiestetico problema cutaneo ma un campanello di allarme per problematiche legate al colesterolo e alla salute cardiovascolare. Scopriamo di più sulle cause e sui possibili rischi per la salute.
Non sono pericolose ma possono essere fastidiose. Decisamente antiestetiche, avete presente quelle papule giallastre che possono presentarsi su una o su entrambe le palpebre (in particolare all’angolo interno della palpebra superiore) e nell’angolo naso-labiale?. Hanno forma rotondeggiante o allungata. Il colore è giallo camoscio. Le causa un accumulo di lipidi (grassi) a livello delle cellule del derma. E fin qui tutto normale. Se non fosse che queste macchiette giallastre, dovute ad un accumulo di colesterolo, sono state oggetto di uno studio che le mette in stretto rapporto con problemi cardiologici.
Indicatori di problemi cardiocircolatori
Recentemente i ricercatori hanno stabilito che questa condizione, di solito osservata dai medici di famiglia, dai dermatologi o dai chirurghi plastici, ai quali i pazienti si rivolgono per motivi estetici, dovrebbe servire come marker di sottostante malattia aterosclerotica, anche nei soggetti con livelli normali di colesterolo.
“È, infatti, associata a un significativo rischio di cardiopatia ischemica e infarto miocardico, anche dopo l’aggiustamento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare, tra cui i livelli di lipidi plasmatici”,
ci spiega il dottor Paolo Mezzana, dermatologo e chirurgo estetico a Roma, indicando che
“la presenza di xantelasmi palpebrali, si associa a un rischio aumentato di infarto miocardico, cardiopatia ischemica, grave aterosclerosi e morte nella popolazione generale, indipendentemente dai noti fattori di rischio cardiovascolare (comprese colesterolemia e trigliceridemia)”.
Il gruppo di Anne Tybaerg-Hansen, dell’ospedale Bispebjerg di Copenhagen, ha analizzato in modo prospettico i dati dei 12.745 partecipanti al Copenhagen heart study, di età compresa fra 20 e 93 anni al basale e privi di malattia vascolare ischemica. All’inizio dello studio il 4,4% (n=563) dei partecipanti aveva xantelasmi. Nel corso di un follow-up medio di 22 anni, 1.872 soggetti hanno avuto un infarto miocardico, 3.699 hanno sviluppato una cardiopatia ischemica, 1.498 hanno avuto un ictus ischemico, 1.815 sono andati incontro a malattia cerebrovascolare ischemica, e 8.507 sono morti.
Il risultato delle indagini
“Messi a confronto di quanti non presentavano xantelasmi – sottolinea Mezzana – coloro che li avevano presentavano un rischio aumentato del 47% di infarto miocardico, del 56% di cardiopatia ischemica e del 9% di exitus. Inoltre l’incidenza cumulativa di infarto miocardico, cardiopatia ischemica e morte era significativamente maggiore nelle persone con xantelasmi rispetto a quelle senza. I rischi maggiori sono stati rilevati negli uomini di età compresa fra i 70 e i 79 anni (53% contro 41% nei soggetti rispettivamente con e senza xantelasmi; i valori corrispondenti nelle donne erano 35% e 27%). Infine, anche la probabilità di sviluppare una severa aterosclerosi è apparsa superiore del 69% nelle persone con xantelasmi rispetto a chi non li aveva”.
Come eliminare gli xantelasmi
“La rimozione di queste antiestetiche macchie giallastre può essere effettuata con varie terapie: dalle tinture con l’acido tricloroacetico, all’intervento chirurgico tradizionale; dalla crioterapia con azoto liquido, all’ablazione con la radiofrequenza o con il laser a erbium. Nel caso di asportazione chirurgica, la ferita viene chiusa con punti di sutura che vengono rimossi dopo 4-6 giorni. Se invece l’asportazione avviene con il laser o con la radiofrequenza non saranno necessari punti di sutura e la ferita impiegherà circa 10 giorni per cicatrizzare. L’edema delle palpebre e dolore sono da considerarsi normali per i 3 o 4 giorni che seguono l’operazione. Vengono prescritte pomate per favorire la cicatrizzazione”.
Curare lo stile di vita
“I risultati definitivi si valutano dopo alcuni mesi e dipendono dal tipo di cute del paziente, dalle sue caratteristiche di cicatrizzazione e dalla sede degli xantelasmi. La recidiva è frequente anche se l’asportazione è stata completa, soprattutto nel caso sia presente un’ipercolesterolemia. Tutte le persone che presentano questo inestetismo devono ricordare l’accertata correlazione con un aumentato rischio cardiovascolare e quindi modificare il loro stile di vita. Una dieta sana, esercizio fisico e astensione dal fumo vengono sicuramente prima della rimozione da parte di un chirurgo plastico”, conclude Mezzana.