Udito: l’importanza degli apparecchi acustici

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Inforcare un paio di occhiali non ci fa paura se ne otteniamo giovamento o se con l’età iniziamo a non vederci più tanto bene. Ma se a calare è l’udito, l’idea di indossare un apparecchio acustico ci fa rabbrividire e spostiamo sempre più in là il momento di rivolgerci a uno specialista, ma si tratta di un errore gravissimo. Lasciamo che un esperto ci spieghi perché.

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Spesso temiamo che “quell’oggetto” nell’orecchio possa farci sembrare vecchi o, peggio ancora, stupidi agli occhi degli altri. Eppure, proprio il non prendere provvedimenti quando l’udito diminuisce, può spingerci in una spirale dannosa.

Con l’udito non efficiente, le capacità cognitive progressivamente si indeboliscono, l’autonomia personale è minata e l’emarginazione progressiva dal contesto sociale porta a limitare drasticamente le uscite e, in alcuni casi, alla manifestazione di depressione e ansia.

Udito efficiente per restare giovani

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La perdita uditiva influisce negativamente sul funzionamento di alcune aree cerebrali che, non più “allenate” dagli stimoli sonori, sono più soggette a malattie neurodegenerative.

In Italia, dove un quinto della popolazione, secondo i dati Istat, ha più di 65 anni e l’aspettativa di vita è di circa 83 anni, le malattie degenerative hanno raggiunto numeri elevati (600 mila persone affette da Alzheimer, 250 mila da Parkinson).

“Tutto quello che noi sentiamo nell’ambiente esterno viene elaborato dal cervello provocando emozioni, infatti una delle manifestazioni delle malattie neurodegenerative è la perdita dell’emotività. Se diminuisce l’udito, scende la capacità di ascoltare e diminuisce anche la funzionalità cerebrale, perché molte zone del cervello vengono attivate in maniera ridotta,

spiega il professor Stefano Di Girolamo, Responsabile della UOSD Audiologia Policlinico Tor Vergata e consigliere scientifico della FIMAN, Fondazione Italiana Malattie Neurodegenerative.

“Alcuni recenti studi funzionali rilevano come una perdita di udito importante alteri le condizioni a livello cerebrale. In particolare, la perdita dell’udito maggiore di 25 decibel espone al rischio concreto di sviluppare una demenza”.

Come sottolinea l’esperto, per prevenire e ridurre le problematiche cognitive legate all’età è necessario ripristinare una qualità uditiva soddisfacente. Senza contare che avere buone capacità nel recepimento delle informazioni, specialmente verbali e degli input sensoriali uditivi, rende tutti più ottimisti e attivi.