Tumore del pancreas: allarme nel Lazio

Caterina Mora
  • Dott. in Biologia della nutrizione

Pur essendo il tumore al pancreas un male molto diffuso tra la popolazione (solo in Italia colpisce oltre 12.000 persone l’anno), un sondaggio ha rivelato che c’è un alto grado di disinformazione a riguardo

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Il tumore del pancreas colpisce ogni anno oltre 12mila persone in Italia, 1.150 circa nel Lazio. È una forma di cancro aggressiva e molto diffusa: eppure i cittadini non sembrano esserne informati.

Il 77% non conosce i sintomi, l’88% non ha mai letto nulla in merito e il 97% non ne ha mai parlato con il proprio medico di famiglia. Ma l’81% sarebbe interessato a saperne di più.

Sono i dati del sondaggio promosso dalla campagna nazionale di sensibilizzazione “PanCrea: creiamo informazione” voluta in sette Regioni dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dalla FondazioneInsieme contro il cancro”, unica nel suo genere.

Parlano gli esperti

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“Il nostro è un centro di riferimento, ogni anno trattiamo circa cento nuovi casi – afferma il prof. Francesco Cognetti, Direttore dell’Oncologia Medica A dell’Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” di Roma – Il tour è fondamentale perché punta a informare la popolazione, soprattutto sulla prevenzione, particolarmente importante quando si tratta di una malattia molto difficile da curare.

Seguire uno stile di vita sano è necessario per ridurre il rischio di cancro, anche del pancreas. Ma, secondo il 49% delle persone che ha risposto al sondaggio (oltre 1.500), una condotta equilibrata serve a poco.

Forse non sanno, ad esempio, che uno dei pericoli più grandi è la sigaretta: infatti il 23% di loro fuma. Ma non solo. Il 55% non pratica esercizio fisico con regolarità e soltanto uno su dieci consuma le porzioni raccomandate di frutta e verdura.

Comportamenti non corretti su cui dobbiamo intervenire soprattutto con l’aiuto dei medici di famiglia: loro sono in grado di notare i primi campanelli di allarme”, avverte Cognetti.

“Se vogliamo aumentare le diagnosi precoci e provare a cambiare la storia di questo tumore, dobbiamo rafforzare la collaborazione con altri specialisti: l’approccio multidisciplinare per le forme metastatiche risulta invece essere ‘poco frequente’ per il 43% degli oncologi

– afferma il prof. Gianluca Grazi, Direttore della Chirurgia a indirizzo epato-bilio-pancreatico del “Regina Elena” –

Dobbiamo rivolgerci anche al nostro esterno, in modo particolare ai medici del territorio: solo loro conoscono perfettamente la storia dell’assistito e possono individuare le situazioni a rischio, attuando strategie di prevenzione”.

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Creare informazione e dibattito è fondamentale per rafforzare il collegamento tra specialista e ‘camice bianco’, soprattutto ora che i tumori, grazie anche alle nuove terapie, fanno sempre meno paura.

“Secondo questo sondaggio, per il 58% dei cittadini il cancro non è più un ‘male incurabile

– aggiunge il dott. Andrea Salvetti, Presidente Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) di Grosseto –

Ma l’operazione culturale non si può fermare: il 100% degli abitanti della Penisola deve sapere che oggi le neoplasie si possono sconfiggere”.

FAVO, AIMaC e la Fondazione ‘Insieme contro il cancro’ affrontano questi temi a 360°

– sottolinea il prof. Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO e AIMaC –

Vogliamo occuparci sempre più di tumori negletti come quello al pancreas, che trovano poco spazio nei media, perché rappresentano un’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Deve essere una vera e propria chiamata alle armi, in stretta collaborazione con le Istituzioni e il mondo medico”.

“La ricerca scientifica sta finalmente segnando significativi passi avanti contro le neoplasie del pancreas, finora molto difficili da affrontare

– spiega il dott. Michele Milella, oncologo del “Regina Elena” –

È stato infatti approvato in Europa, anche per questa patologia, il nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle): un farmaco già disponibile nel trattamento del cancro della mammella metastatico, che sfrutta le più recenti scoperte in ambito di nanotecnologia”.

A concludere, l’augurio del prof. Cognetti:

“Il farmaco rappresenta un punto di svolta contro il tumore pancreatico perché determina un aumento significativo nella sopravvivenza del 27%. Ci auguriamo che il farmaco possa essere presto rimborsato dal SSN, anche per questa nuova indicazione”.