Stile di vita: come influisce sull’organismo

Come influisce il cattivo stile di vita sul nostro organismo. Alimentazione, fumo e ambiente circostante influiscono sulla salute sotto molteplici aspetti, spesso anche in maniera grave e irreversibile. Vediamo come.

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Dal fumo all’alimentazione, passando per l’ambiente: sono molti i fattori capaci di scatenare le più comuni malattie reumatologiche e intestinali come l’artrite reumatoide, le spondiloartriti, il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa che colpiscono in totale circa 1 milione persone solo in Italia. Patologie che spesso presentano un meccanismo autoimmune e in cui il ruolo dell’ambiente inizia a essere chiarito solo ora.

“Sappiamo che nell’artrite reumatoide ad esempio, alcuni i fattori ambientali fungono da ‘triggers’ ossia elementi scatenanti in soggetti predisposti geneticamente”, spiega il Prof. Vincenzo Bruzzese, Presidente della SIGR (Società Italiana di GastroReumatologia). “Nonostante per questa malattia non esista ancora la spiegazione di una causa, recenti evidenze hanno mostrato che il fumo è il principale fattore di rischio ambientale e che, in presenza di una predisposizione genetica, aumenta notevolmente la presenza del fattore reumatoide nel siero dei pazienti. Alcuni studi hanno suggerito che nei fumatori il rischio di sviluppare la malattia era 21 volte superiore rispetto ai non fumatori senza rischio genetico”.

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Ma come funziona esattamente il fumo nella distruzione delle articolazioni nelle patologie reumatiche?

“Sostanzialmente le sostanze tossiche delle sigarette nei bronchi attivano particolari enzimi che degradano alcune proteine e le scompongono in aminoacidi, un processo chiamato ‘citrullinazione’ tipico dei tessuti infiammati e che induce la formazione di anticorpi nei confronti di questa sostanza presente proprio nelle articolazioni”, chiarisce lo specialista.

Anche l’alimentazione sembra avere la sua quota di responsabilità: nelle malattie autoimmuni è stata riscontrato uno squilibrio del rapporto tra acidi grassi Omega 6 e Omega 3 a sfavore di questi ultimi che hanno invece una funzione protettiva sul sistema immunitario.

“Attenzione anche all’acido arachidonico (presente in uova, carne e pesce ), e all’acido linoleico (presente nell’olio di semi, noci, frutta secca, semi oleosi, legumi, farina di soia e frumento), perché nei soggetti con una predisposizione alle malattie reumatiche e autoimmuni si trasforma in acido arachidonico. Il suo apporto, che in una persona sana dovrebbe essere di circa 12 grammi al dì, va ridimensionato nei pazienti con patologie autoimmuni a soli 3 grammi”, continua Bruzzese.

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Senza dimenticare che il cibo consumato interferisce sulla flora batterica intestinale, il cui corretto equilibrio tra i vari ceppi batterici è sempre più investigato come causa di moltissime patologie.

“In particolare una recente ricerca effettuata alla New York University ha rilevato come uno specifico ceppo di batteri intestinali sarebbe coinvolto nello sviluppo di malattie come l’AR. I ricercatori, analizzando le feci dei pazienti e di un gruppo di controllo, hanno individuato la presenza elevata di un particolare batterio chiamato ”Prevotella copri” nei soggetti malati. Il professor Antonio Gasbarrini, dell’Università Cattolica di Roma ci dice: “non solo le quantità del batterio erano più elevate nei soggetti malati ma la sua presenza influiva anche sulla quantità di batteri buoni”.

Interessante anche l’osservazione secondo cui la presenza di questo ceppo batterico pare collegata ad un peggioramento delle infiammazioni a carico del colon, confermando l’esistenza di un collegamento tra malattie reumatiche e infiammatorie intestinali.