Rettocolite ulcerosa: sintomi, cause e cure

Con la consulenza del Dr. Giovanni Piazza, Specialista in Chirurgia Oncologica; scopriamo qualcosa in più sulla rettocolite ulcerosa e su quanto quest’ultima sia collegata all’alimentazione. 

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La rettocolite ulcerosa (RCU) è una patologia appartenente alla famiglia delle IBD o MICI ovvero le malattie infiammatorie croniche intestinali, di cui fa parte il morbo di Crohn. Le due forme di malattia si differenziano per un diverso danno delle strutture delle viscere. Nel  morbo di Crohn il processo infiammatorio si sviluppa a livello dello strato mucoso e sottomucoso della parete colonrettale e, quindi, nella porzione più superficiale; nella RCU, invece, viene interessata l’intera parete intestinale.

Epidemiologia

La RCU è maggiormente diffusa nei Paesi industrializzati con una frequenza di 1/1000 persone, ma negli ultimi anni si sta osservando un aumento dell’incidenza di questa patologia. In media, i sintomi compaiono tra i 15 e i 40 anni e tra i 50 e gli 80 anni. Tra i due sessi, a soffrirne sono maggiormente le donne, anche se su questo dato non tutti i ricercatori concordano. Anche la familiarità è un fattore che aumenta decisamente la possibilità di sviluppare la malattia: si è visto infatti che parenti di primo grado di soggetti affetti da RCU, hanno un rischio di patologia circa 20 volte superiore rispetto al resto della popolazione.

Sintomi della rettocolite ulcerosa

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In generale le MICI sono subdole nelle loro manifestazioni cliniche, confondendosi in prima battuta con altre patologie ad interesse intestinale, prima fra tutte la sindrome del colon irritabile o IBS.

Di frequente, la RCU alterna periodi in cui evidenzia una manifestazione acuta dei sintomi a periodi di remissione, durante i quali si può perfino verificare l’assenza di sintomi che principalmente sono: diarrea muco-sanguinolenta; tenesmo rettale; forti crampi addominali.

La diarrea e i crampi addominali rappresentano i sintomi con i quali la malattia inizia a manifestarsi. La frequenza delle scariche diarroiche dipende dal grado di severità della patologia: si passa infatti, nel caso delle forme lievi, a meno di 4 scariche al giorno; mentre, ad oltre 10 e più evacuazioni al giorno con sanguinamento continuo, nel caso delle forme fulminanti.

Sebbene lo stato infiammatorio responsabile dell’insorgenza della RCU colpisca la mucosa intestinale, questa malattia può essere responsabile anche di manifestazioni extraintestinali quali osteoporosi, ulcere a livello della cavità orale, alterazioni neurologiche, insufficienza renale, tachicardia, febbre. Tutte queste condizioni, proprio perchè non interessano il colon-retto, spesso sono causa del ritardo diagnostico in quanto non sono sintomi solo specifici della RCU.

Malnutrizione

In genere, la presenza di MICI determina una condizione di malnutrizione causata  principalmente da:

  • Scelta autonoma di ridurre l’introito alimentare o alcuni specifici alimenti perché ritenuti responsabili dell’aggravarsi dei sintomi della patologia;
  • Incremento del dispendio energetico a causa della presenza di febbre;
  • Alterato processo di assorbimento dovuto al generale stato infiammatorio intestinale e/o malnutrizione chirurgica legata alla esecuzione di resezioni intestinali più o meno estese; eventuale presenza di complicanze delle MICI quali le fistole e/o le stenosi che comportano l’attuazione di regimi dietetici con ridotto intake calorico e spesso NPT (nutrizione parenterale totale) incongrue.
  • Disidratazione e quindi perdita di acqua ed elettroliti ( potassio in primis) a causa dei frequenti episodi diarroici;
  • Trattamento farmacologico.

L’alimentazione

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Numerosi sono gli interrogativi riguardanti la possibile influenza dell’alimentazione sull’insorgenza o sull’acutizzazione dei sintomi della RCU. Ciò che però accomuna i soggetti affetti da questa malattia è stato dimostrato essere l’elevato consumo di alimenti contenenti zucchero raffinato e grassi animali.

Diversamente, frutta e verdura si è visto avere un ruolo protettivo. In genere la terapia dietetico-nutrizionale che il paziente affetto da MICI deve seguire è quello di una normale alimentazione grazie alla quale assumere tutti i nutrienti.

Nel momento in cui la patologia è in fase attiva e le scariche diarroiche sono frequenti, è importante introdurre un adeguato apporto calorico e di nutrienti, soprattutto, vitamine e minerali. Una equilibrata alimentazione è necessaria per tutti i pazienti, ma soprattutto per i bambini perchè spesso la RCU può determinare una condizione di malnutrizione caratterizzata da anemia, perdita di peso e arresto della crescita. Molti pazienti presentano steatorrea ovvero l’emissione di feci grasse dovute ad una alterazione dell’assorbimento lipidico. In questo caso, sarà opportuno valutare la corretta assunzione di questi nutrienti con l’alimentazione.

Le fibre

Ancora oggi è aperto il dibattito sul ruolo delle fibre in presenza di RCU. Secondo alcuni autori, le fibre svolgono un ruolo protettivo quando la malattia non è in fase attiva; infatti, aumentano il volume delle feci favorendo e regolarizzando l’evacuazione. Secondo altri ricercatori è opportuno seguire una dieta con scarso contenuto in fibre perchè responsabili di ulteriore irritazione della mucosa intestinale ed acutizzazione dei sintomi quali dolore addominale e diarrea. Questo tipo di alimentazione prevede l’eliminazione di frutta fresca e secca, verdura, cereali integrali e legumi.

Intolleranza al lattosio

Sono numerosi i soggetti affetti da RCU che affermano di non tollerare il lattosio, condizione determinata da una bassa produzione fisiologica della lattasi cioè l’enzima necessario per la digestione di questo zucchero. Il lattosio non metabolizzato è responsabile di dolori e crampi addominali, flatulenza e diarrea.

Se grazie al test specifico, viene confermata l’intolleranza al lattosio, sarà indispensabile eliminare il latte e i suoi derivati, ma altrettanto importante sarà quello di sostituirlo con altri alimenti quali yogurt o formaggi stagionati contenenti il lattosio solo in tracce perchè, se tollerati, rappresentano una fondamentale fonte di calcio.

Approccio nutrizionale step by step

In presenza di una MICI, quale appunto la RCU, è necessario prestare particolare attenzione all’alimentazione affinché non si incomba in una condizione di iponutrizione che sfocia nella malnutrizione che contribuisce senz’altro all’aggravamento del quadro patologico.

In genere, la maggior parte dei pazienti assumono tranquillamente tutti gli alimenti consigliati. Quando però la malattia è in fase attiva e sono presenti diarrea e dolori addominali è opportuno seguire una dieta a basso contenuto in fibre, priva di spezie. Inoltre è bene aumentare l’apporto di liquidi perché a causa della diarrea e della febbre, il rischio di disidratazione rimane elevato.

Non dimentichiamo però che questo approccio nutrizionale deve essere solo temporaneo; infatti, nel momento in cui si verifica il miglioramento della sintomatologia, è bene la reintroduzione graduale e controllata degli alimenti esclusi dalla dieta. Solo nel caso in cui i sintomi si fanno particolarmente persistente, sotto esclusiva indicazione medica, si può fare ricorso alla nutrizione artificiale attraverso o la via enterale o la via parenterale, previlegiando sempre la prima perché più efficace dal punto di vista nutrizionale e non solo e fisiologica.

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Terapia Chirurgica

La chirurgia nel trattamento della RCU riveste solo un ruolo marginale e nello specifico risulta indispensabile nello sfortunato incombere di complicanze, una fra tutte l’emorragia ( Rettorragia). Purtroppo in questi casi la resezione di porzioni più o meno ampie del colon diviene l’unico approccio possibile e necessario per la salvezza del paziente. Spesso i soggetti affetti da molto tempo da RCU risultano riluttanti all’esecuzione di esami invasivi quali la Pancolonscopia.

È però importante sottolineare, la necessità della sorveglianza endoscopica di questi soggetti, per l’insorgenza non proprio remota di precancerosi e/o neoplasie. Utile in termini di efficacia è la Pancolonscopia Virtuale. Nel caso di neoplasie  del colon-retto le linee guida sono molto chiare imponendo la pancolectomia nei soggetti che hanno sviluppato in breve tempo due precancerosi e/o neoplasie su tratti diversi del colon retto.

Un approccio multidisciplinare quindi tra medici internisti, chirurghi, radiologi e nutrizionisti risulta essere necessaria per un approccio organico e tempestivo nella diagnosi, nella cura e nella sorveglianza del paziente affetto da MICI.