Reflusso gastroesofageo: sintomi e cure

Un italiano su tre soffre di reflusso gastroesofageo ma il più delle volte non si rivolge al medico, perché ne confonde i sintomi con quelli della cattiva digestione. Scopriamo dunque quali sono i sintomi di questo disturbo e come curarlo.

Image of unhappy woman suffers from stomachache after eating spoiled food, feels discomfort in belly, has disorder, wears casual clothes, models against pink background. Painful disease conccept

Dino Vaira, professore associato di medicina interna dell’Università di Bologna spiega in breve il disturbo:

“A provocare il reflusso gastroesofageo è la risalita nell’esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco. Ne è responsabile una perdita di elasticità del cardias, cioè di quella valvola a forma di anello che separa lo stomaco dall’esofago. Quando il cardias funziona normalmente, si dilata appena prima dell’arrivo del cibo e si contrae subito dopo il passaggio degli alimenti, ma quando non funziona più perfettamente, non riesce a svolgere correttamente questo compito”.

Colpevole di questa cattiva funzionalità del cardias è lo stile di vita: se ne soffri, probabilmente sei in sovrappeso oppure segui un’alimentazione sbagliata.

I sintomi correlati

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Ma quali sono i segnali che devono mettere in allarme? Il più importante è il bruciore, in genere intermittente, che si irradia dallo stomaco alla gola lungo lo sterno. L’altro caratteristico segnale è il rigurgito acido, cioè il ritorno alla bocca del cibo già aggredito dai succhi gastrici.

Succede anche quando si è mangiato poco durante il pasto, dura per ore, a volte inizia anche in piena notte e spesso è accompagnato da una sensazione di sapore acido o amaro in gola e bruciore alla lingua. Anche il dolore al torace è un disturbo associato al reflusso: spesso si corre dal medico nel timore che si tratti di un problema al cuore.

Ci sono poi raucedine e tosse secca lungo tutto l’arco dell’anno, difficoltà a deglutire, come se si avesse un “groppo in gola”. Infine, può comparire il singhiozzo dopo i pasti e a volte anche dopo un bicchiere d’acqua.

Le strategie per risolvere il problema

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Se i dolori sono lievi, a volte è sufficiente modificare lo stile di vita. I farmaci vengono prescritti solo quando i sintomi non migliorano nell’arco di una decina di giorni.

Innanzitutto è importante dimagrire in caso di sovrappeso. “Il grasso in eccesso preme sullo stomaco e ne spinge il contenuto verso l’alto. Se questa situazione si protrae nel tempo porta a un indebolimento del cardias e di conseguenza al reflusso”, spiega Vaira.

Occorre anche bandire i cibi grassi e in primo luogo il latte intero e i formaggi, i condimenti animali come il burro, le spezie, la cioccolata; la menta e gli alimenti a contenuto acido come  le castagne, i pomodori e gli agrumi. Da eliminare anche le bevande gasate, gli alcolici, il caffè e il tè.

“È come se si mettesse sul fuoco a fiamma vivace un tegame con olio e cipolla: in un battibaleno friggono e si bruciano, spiega Vaira. Nello stomaco avviene la medesima cosa: tutti questi alimenti irritano le pareti dello stomaco, aumentano la quantità di acido e scatenano i disturbi del reflusso”.

Massima attenzione poi nelle ore serali: il pasto deve essere leggero e occorre lasciar passare almeno un’ora prima di coricarsi. “Se lo stomaco è troppo pieno fa fatica a svuotarsi”, prosegue Vaira. “Così, il cibo vi rimane troppo a lungo e questo comporta un aumento della produzione di succhi gastrici nel tentativo di “sgorgare” lo stomaco”.

Infine, anche l’abbigliamento ha il suo peso: non indossare indumenti che stringono in vita, oppure troppo aderenti, perché aumentano la pressione all’addome. Come reazione si creano dei gas che risalgono nello stomaco, premendo sul cardias, fino a indebolirlo.