Reflusso gastroesofageo: cause e rimedi

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Siete particolarmente nervosi senza motivi apparentemente logici? O il lavoro non sta andando bene? C’è crisi con il partner o con i figli? Bevete un alcolico in più, mangiate in modo disordinato e fumate molto illudendovi di allontanare i pensieri, lo stress e i malumori? Siete dei possibili candidati a soffrire di reflusso gastroesofageo. Da cosa è causato esattamente? E come evitare che diventi un problema?

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Il consiglio migliore prevede, intanto, di vivere con maggiore disponibilità a credere che i guai accadono a tutti e non solo a noi, che è solo una questione di tempo e che il periodo brutto finirà presto, ma se il reflusso gastroesofageo ormai si manifesta con una certa frequenza, è comunque un disturbo da risolvere.

Cos’è il reflusso gastroesofageo

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Se lamentate una cattiva digestione, se vi sentite con la pancia piena dopo aver spiluccato il più striminzito dei panini, pensate a prendere un appuntamento con il medico di famiglia in tempi molto rapidi.

“Tutti disturbi, che entro certi limiti sono fisiologici se causati da una leggera indigestione o da una mangiata abbondante, diventano patologici se si aggiungono altri disagi invalidanti, tipo crampi o bruciore allo stomaco, alito cattivo, raucedine, difficoltà a deglutire, tosse secca e persistente, per non parlare di quella strana sensazione di avere un corpo estraneo nella gola. Potrebbe trattarsi di conseguenze del reflusso gastroesofageo”,

spiega Ettore Vallarino, gastroenterologo presso ospedale Galliera di Genova.

Reflusso gastroesofageo: perché si verifica?

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“Questo disturbo è causato da un’incontinenza della valvola tra l’esofago e lo stomaco, che di norma rimane chiusa tra una deglutizione e l’altra. La valvola ha il compito di impedire che il contenuto gastrico refluisca nell’esofago, che è una specie di strada a senso unico con il compito di spingere nello stomaco quello che ingoiamo. A volte nel tunnel (fatto di tessuto muscolare) può capitare che i succhi gastrici procedano “contromano” e risalgano nell’esofago, provocando quell’incendio che chiamiamo bruciore di stomaco (o pirosi)”.

Per non rischiare di rimanere vittima della malattia da reflusso, che interessa 4 persone su 10, secondo il prof. Vallarino esiste una serie di regole da mettere in pratica, prima di passare all’assunzione di opportuni farmaci. Ecco cosa fare per non aggravare i disagi:

  • Smetti di fumare: la nicotina indebolisce il tratto inferiore dell’esofago.
  • Non bere grandi quantità di acqua prima di coricarti: i grassi vengono a galla e si fermano prima della bocca dello stomaco.
  • Coricarsi sul fianco sinistro: per la conformazione dello stomaco, il reflusso sarà meno facilitato.
  • Evita gomme da masticare e caramelle dure: già il solo fatto di pasteggiare a lungo tra i denti il cibo, aumenta la quantità di aria che ingerisci, responsabile dell’emissione di aria dalla bocca.
  • Non sdraiarti subito dopo aver mangiato: si favorisce lo spostamento verso l’alto del cibo.
  • Evita snack e spuntini a tarda sera: per non digerire durante il sonno.
  • Evita indumenti stretti: per non ostacolare le funzioni digestive.

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  • Evita l’alcol:

“Lo stomaco è la prima fermata che l’alcol fa prima di arrivare al capolinea. Più hai lo stomaco pieno e meno alcol passa alla fermata successiva. La conseguenza è quella di stimolare la produzione di acido cloridrico, che irrita o addirittura a “corrode” le pareti dello stomaco”,

spiega Vallarino.

  • Non mangiare agrumi, arance, pompelmo, ananas, ma anche alimenti piccanti, spezie, pomodoro, cioccolato, zuppe o minestre dense e cremose, cibo da fast food.
  • Evita attività fisica che preveda piegamenti in avanti subito dopo aver mangiato.
  • Evita di usare la borsa dell’acqua calda: di fronte a dolori addominali acuti, mettere il caldo sulla zona peggiora l’infiammazione.
  • Evita pasti pesanti e difficili da digerire la sera.
  • Perdi peso se hai qualche chilo di troppo: il grasso che hai in più sull’addome, spinge i succhi gastrici verso l’alto.
  • Dormi con il dorso e la testa sollevati di qualche centimetro: la gravità ti darà una mano a tenere a bada i succhi nello stomaco.
  • Preferisci latte magro o prodotti lattiero-caseari con 1-2% di grassi.