Piastrine basse: cause, sintomi e come intervenire

Cosa significa avere le piastrine basse e quali sono i possibili rimedi per riequilibrarle. In collaborazione con il Dottor Luigi Destefano, Specialista in Ematologia, specialista in Immunoematologia e Medicina Trasfusionale. Responsabile della Sezione Trasfusionale Ospedale di Orbetello AUSL 9 Grosseto.

Piastrine

Le piastrine (o trombociti), insieme a globuli rossi e bianchi, sono cellule insostituibili nonché indispensabili presenti nel nostro sangue. Le piastrine, cellule prive di nucleo, svolgono molte funzioni ma certamente sono conosciute per la loro principale funzione: formano un tappo emostatico, laddove c’è stata una lesione dell’endotelio, impedendo così la fuoriuscita di sangue.
In medicina e più specificamente in ematologia, se per qualunque motivo il numero di piastrine nel sangue scende al di sotto del valore di laboratorio considerato “normale”, ci troviamo di fronte ad una condizione chiamata trombocitopenia o più semplicemente piastrinopenia.

Teoricamente, il valore di laboratorio considerato “normale” varia tra 150.000 e 450.000 piastrine per microlitro di sangue circolante. Da un punto di vista schematico, puramente didattico, valori al di sotto di tale limite, vengono identificati con il termine di piastrinopenie e valori superiori al limite soglia, identificati come trombocitosi. Un ematologo però, non considera in “assoluto” il solo valore di laboratorio (numerico) e solitamente utilizza i termini di piastrinopenia o di trombocitosi solo dopo aver valutato ogni aspetto clinico-laboratoristico possibile.

Il nostro organismo, attraverso il midollo osseo (come se fosse una fabbrica perfetta), è in grado di produrre continuamente piastrine (così come delle altre cellule del sangue), così da “rifornirci” ininterrottamente di nuove piastrine.

Cause e conseguenze della riduzione del numero delle piastrine

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Ci sono moltissime cause che possono provocare una piastrinopenia che, peraltro può, a seconda dei casi, presentarsi in maniera improvvisa (quasi sempre importante, sintomatica e di gravità variabile) oppure presentarsi in occasione di un controllo di routine di laboratorio. Se volessimo utilizzare termini semplici, potremmo dire che una piastrinopenia può verificarsi ed essere riconducibile ad almeno tre grandi gruppi di cause: una mancata o diminuita produzione a livello della “fabbrica” (midollo osseo), una loro distruzione nel circolo periferico, infine per qualche altra causa, al di fuori del midollo, che ne abbia potuto provocare la loro diminuzione.

Certo, parliamo in termini molto semplici ma, se il midollo (cioè la fabbrica) non produce le piastrine perché sofferente non potremmo, ovviamente, aspettarci di avere un numero normale di piastrine nel sangue periferico. Ad esempio, da un lato potremmo avere delle neoplasie midollari ( tipo le leucemie acute etc.) o delle neoplasie che “infiltrano” il midollo (linfomi, carcinomi) che provocano una ridotta produzione dei precursori piastrinici e dunque delle piastrine (ma anche di globuli rossi e globuli bianchi), e da un altro potremmo avere delle malattie che provocano una aumentata distruzione delle piastrine. Questi ovviamente sono i casi più gravi.

Malattie immuni e piastrine

Le piastrine fisiologicamente hanno una vita breve e, nel nostro sangue periferico, circolano per circa 10 giorni. In alcune situazioni patologiche, la loro sopravvivenza si riduce e questo porta ad una  piastrinopenia la cui gravità è tanto inversamente proporzionale all’accorciamento della sopravvivenza quanto inversamente proporzionale alla produzione a livello midollare.

Abbiamo ricordato come una riduzione delle piastrine può essere dovuta ad una loro aumentata distruzione. Questo, per esempio, può capitare in corso di alcune malattie immuni (associate a collagenopatie tipo il lupus eritematoso disseminato, la porpora trombocitopenica idiopatica o “M. di Werlhof”) o per un uso di farmaci (Fans compresi) o ancora per alcune malattie associate ad infezioni, ed infine per taluni difetti intrinseci alle piastrine.

Una piastrinopenia (particolarmente importante e grave) può essere provocata da un aumentato “consumo” di piastrine come nella Coagulazione Intravasale Disseminata (CID) o nella Porpora trombotica trombocitopenica o Sindrome di Moschcowitz e la sua variante (vere emergenze ematologiche) .

Ci sono inoltre alcune infezioni virali, come l’infezione da HIV (AIDS) o da Citomegalovirus, che possono provocare una piastrinopenia, e altre situazioni dove vi è una splenomegalia (milza patologicamente ingrandita) con un anomalo sequestro delle piastrine.

Insomma, una piastrinopenia può essere causata da svariate patologie (gravi o meno gravi) o ancora presentarsi come una “ falsa” piastrinopenia ed infine presentarsi in situazioni transitorie “fisiologiche” come in gravidanza.

Nei casi più semplici, la piastrinopenia può essere gestita dal medico di famiglia. Per i casi più complicati e per quelli più gravi, il corretto inquadramento diagnostico e di conseguenza terapeutico, può essere fatto dallo specialista ematologo.  

Sintomi evidenti piastrinopenia

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Attenzione alla comparsa di:

  • petecchie (piccole emorragie capillari, di colore rosso violaceo) sugli arti o sul tronco.  (L’insieme delle petecchie viene chiamata porpora)
  • ecchimosi spontanee o dopo un trauma anche leggero (le ecchimosi sono versamenti emorragici superficiali di piccole o grandi dimensioni)
  • sanguinamento prolungato in seguito a dei tagli, anche di lieve entità
  • sanguinamento spontaneo dalle gengive (gengivorragia), o dal naso(epistassi)
  • presenza di sangue nelle urine, nelle feci, un flusso mestruale abbondante
  • sanguinamento importante  dopo un intervento odontoiatrico. 

Piastrine basse: cosa fare

piastrine 2Potrebbe trattarsi di un difetto vasculo-piastrinico, oppure di un difetto plasmatico dell’emostasi (coagulazione). In tutti i casi, comunque, è utile ed assolutamente indispensabile consultare il proprio medico per effettuare i necessari test diagnostici:

  • Esami del sangue. Un esame emocromocitometrico completo determina il numero di cellule del sangue, tra cui le piastrine, in un campione di sangue. Ricordate: un esame del sangue normale contiene da 150.000 a 450.000 piastrine per microlitro. Se si riscontrano meno di 150.000 piastrine, è possibile che sia presente una forma di piastrinopenia. Altri esami utili sono il tempo di emorragia e i test di base per la coagulazione. 
  • Esame fisico. Il medico può eseguire un esame obiettivo che fornisce utili indicazioni ad un corretto inquadramento diagnostico. Si andranno a valutare eventuali segni di sanguinamento come la presenza di petecchie o ecchimosi e potrà valutare la milza e la sua dimensione attraverso la palpazione. Il vostro medico potrebbe ipotizzare una piastrinopenia o un disturbo della coagulazione e richiedere altri test per dirimere ogni dubbio o indirizzarvi direttamente da un ematologo.

La scelta della terapia dipende dalla causa che ha provocato la piastrinopenia. Si va da una guarigione spontanea, all’uso di cortisonici, alla somministrazione endovenosa di immunoglobuline IgG ad alte dosi, agli immunosoppressori, agli anticorpi monoclonali, alle trasfusioni di piastrine, all’intervento chirurgico di splenectomia .

Stile di vita e rimedi possibili

Se siamo affetti da una piastrinopenia importante (ma dipende dal tipo e dalla gravità) dobbiamo evitare attività che potrebbero provocare dei traumi. Alcuni sport, specie quelli più impegnativi e ad un elevato rischio d’infortunio, sono generalmente controindicati.

Per una corretta alimentazione bisogna ricordarsi di limitare fortemente (o eliminare completamente) gli alcolici e superalcolici particolarmente dannosi alle piastrine.