Philofobia: cos’è e come affrontarla

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Senti di essere attratta da una persona, ma hai difficoltà a seguire quello che il cuore ti dice, facendoti coinvolgere in una nuova storia? Il tuo tentennamento, se non è episodico e ti accompagna ormai da tempo, potrebbe avere delle cause psicologiche ed essere sintomatico di una fobia poco conosciuta ma che impedisce di instaurare relazioni amorose.

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La philofobia, ovvero la paura di amare o di innamorarsi, è diffusa sia tra le donne che tra gli uomini, e nelle fasi più acute o nei casi più estremi, si manifesta con gli stessi sintomi di un attacco d’ansia o di panico: dispnea, sudore eccessivo, nausea, tachicardia.

A livello sintomatologico, invece, è proprio l’ansia il sintomo che riscontriamo più frequentemente nelle persone che vivono questa condizione. Ma come si può risolvere questa sensazione che spesso ci limita nei rapporti con gli altri e nel raggiungere la nostra felicità?

“La philofobia è una sorta di meccanismo di difesa, secondo il quale “non amiamo per non soffrire”.

spiega la dottoressa Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta a Roma, curatrice del blog Psicologo in famiglia

“Infatti, se una passata delusione d’amore ci ha profondamente ferito possiamo arrivare al punto di non volerne più sapere d’innamorarci per il timore di soffrire di nuovo o essere nuovamente delusi”.

Ci possono essere altre cause?

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Ma non è sempre così. Altre cause possono essere riconducibili alla paura di dover rinunciare alla libertà: libertà di poter essere, vivere e agire senza dover rendere conto ad un compagno/a.

Non dimentichiamoci che amare significa impegnarsi, gettare la maschera esterna che spesso si indossa, rivelare all’altro le nostre debolezze. Ci sono persone che difficilmente vogliono perdere la libertà che il loro status di “single” comporta e dunque vivono una profonda difficoltà nell’intrecciare relazioni sentimentali.

La cosa, però, diventa un problema solo quando ci fa stare male e soffrire. Altrimenti ci si può tranquillamente convivere e, magari, si può cambiare con il tempo.