L’immunoterapia ablativa sconfigge il tumore al colon
Un nuovo studio attesta come 12 pazienti con un tumore al colon retto siano riusciti a guarire senza chirurgia, o radioterapia, tantomeno chemioterapia.
Da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto dai ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center negli Stati Uniti, si apprende una buonissima nuova notizia:
Una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore.
Questo ciò che è stato detto descrivendo i dodici pazienti guariti, con un’età media di 54 anni. Guariti perché di fatto il cancro al colon retto contro cui combattevano è stato del tutto sconfitto. Il merito è di un nuovo trattamento ancora sperimentale ma che fa ben sperare.
Un nuovo trattamento contro il tumore al colon fa ben sperare
Grazie al trattamento immunoterapico a base di “dostarlimab”, 12 giovani pazienti con un tumore del colon retto localmente avanzato e con un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna (MMR), ovvero una condizione alquanto grave, sono guariti.
I risultati che fanno tanto ben sperare sono stati presentati al Congresso mondiale di oncologia e pubblicati sul New England Journal of Medicine dai ricercatori.
Questi ultimi hanno somministrato ai pazienti un anticorpo monoclonale anti-PD-1, appunto il dostarlimab in monoterapia, ogni tre settimane per sei mesi. Se la risposta fosse stata positiva, allora sarebbe stato possibile evitare le terapie convenzionali e ben più invasive. E così e stato.
Si legge infatti all’interno dello studio pubblicato e fruibile anche online:
Un totale di 12 pazienti ha completato il trattamento con dostarlimab e tutti sono stati sottoposti ad almeno 6 mesi di follow-up. I 12 pazienti hanno manifestato una risposta clinica completa, senza evidenza di tumore alla risonanza magnetica, alla tomografia a emissione di positroni con 18F-fluorodeossiglucosio, alla valutazione endoscopica, all’esame rettale o alla biopsia. Al momento della stesura dei risultati, nessun paziente era stato sottoposto a chemioradioterapia o sottoposto a intervento chirurgico e durante il follow-up non sono stati segnalati casi di progressione o recidiva (con un intervallo da 6 a 25 mesi). E non sono stati segnalati eventi avversi di grado 3 o superiore.
Dei risultati dunque sorprendenti e che fanno sicuramente crescere tanto la speranza quanto la fiducia in trattamenti ancora in fase di sperimentazione ma che potrebbero sostituire terapie molto più invasive.