Lacrimazione oculare: sintomi e cure

Come affrontare e gestire una eccessiva lacrimazione. Impariamo a riconoscere sintomi, cause e come intervenire con l’aiuto del Dottor Paolo Mezzana, Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Chirurgo oftalmoplastico, Dirigente Medico IRCCS Fondazione G.B.Bietti per lo studio e la ricerca in oftalmologia.

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Dottor Mezzana a cosa servono le lacrime e come vengono prodotte e riassorbite?

“Le lacrime hanno tante funzioni importanti tra le quali: mantenere una appropriata protezione ed idratazione delle strutture superficiali dell’occhio, consentire la diluizione ed eliminazione di sostanze sostanze tossiche (es. fumo), o piccoli corpi estranei, esercitare una funzione antimicrobica.

In condizioni normali gli occhi sono protetti dalle lacrime che vengono continuamente prodotte dalla ghiandola lacrimale principale, e dalle ghiandole lacrimali accessorie (localizzate nella congiuntiva: il tessuto che riveste la superficie oculare). La chiusura ritmica delle palpebre distribuisce le lacrime su tutta la superficie dell’occhio, e genera un flusso che le fa arrivare fino in gola, attraverso un sistema di piccoli canalini (canalini lacrimali), che originando in prossimità dell’angolo interno delle palpebre, confluiscono dapprima in una piccola ampolla (sacco lacrimale) nella parete laterale del naso, e da questa poi all’interno del naso (attraverso il dotto nasolacrimale)”.

E se gli occhi iniziano a lacrimare in modo incontrollabile?

“Ci sono molte ragioni che possono causare lacrimazione eccessiva, il cui termine tecnico è epifora. Si dividono in due grandi gruppi: il primo gruppo comprende tutte le condizioni che rappresentano uno stimolo irritativo della superficie oculare ed inducono lacrimazione riflessa (per proteggere l’occhio ed eliminare le cause irritanti); il secondo gruppo comprende tutte le condizioni che ostacolano il deflusso delle lacrime, che si accumulano nell’occhio e tracimano, favorendo spesso l’insorgere di infezioni“.

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La lacrimazione eccessiva è un fenomeno frequente?

È un disturbo socialmente invalidante che colpisce più spesso dopo i cinquant’anni di età, oggi in maniera più incidente rispetto al passato L’incidenza del disturbo dell’occhio che lacrima è di cento casi ogni centomila abitanti, ma ha una frequenza del 73% nelle donne anziane. Le donne vengono colpite in maniera più frequente perché i canalini lacrimali sono anatomicamente più piccoli rispetto a quelli degli uomini e quindi tendono ad ostruirsi più facilmente”.

Se gli occhi lacrimano troppo cosa bisogna fare?

“Sicuramente la prima cosa da fare è rivolgersi in centri specializzati nelle patologie delle vie lacrimali dove in seguito ad una visita specialistica accurata e all’effettuazione di alcuni semplici test potranno essere individuate, nella maggior parte dei casi, le cause e potrà essere decisa la strategia di cura più appropriata al singolo caso.

Quando la causa della lacrimazione eccessiva verrà individuata in uno stimolo irritativo, come infezioni, allergie, alterazioni della qualità del liquido lacrimale, nella maggior parte dei casi una terapia medica mirata e l’uso costante di sostanze che proteggono la superficie dell’occhio risulterà risolutiva nella maggior parte dei casi.

Quando la causa sarà individuata in un restringimento o in una ostruzione dei canalini che trasportano le lacrime all’interno del naso esiste tutta una serie di moderne procedure microchirurgiche in grado di eliminare il problema”.

In cosa consiste il cosiddetto “lavaggio delle vie lacrimali”?

“Il lavaggio delle vie lacrimali è uno dei principali test diagnostici per verificare se si è in presenza di un’ostruzione delle vie di deflusso delle lacrime. Consiste nell’inserire una piccolissima cannula all’interno di uno dei due canalini lacrimali a livello palpebrale e attraverso questa iniettare una soluzione sterile. Il paziente dovrà riferire se percepisce l’arrivo del liquido nella gola. In questo caso verrà dimostrata la pervietà di questo delicatissimo sistema di canali e la causa dell’iperlacrimazione dovrà essere ricercata altrove. E’ molto importante ricordare che il lavaggio delle vie lacrimali non è una terapia per risolvere le ostruzioni delle vie lacrimali, ancorchè parziali. E’ solo un semplice, rapido ed accurato test diagnostico“.

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Cosa si intende per dacriocistorinostomia?

“E’ il nome generico di una serie di interventi microchirurgici il cui obiettivo è di ristabilire una comunicazione tra il sacco lacrimale e la cavità nasale, in modo da permettere il fisiologico passaggio delle lacrime”.

Cosa succede se viene trascurata un’ostruzione delle vie lacrimali?

“Quando l’ostruzione è a livello del dotto che fa defluire le lacrime dal sacco lacrimale all’interno del naso, il cosiddetto dotto naso-lacrimale, spesso si sviluppano infezioni acute o croniche dovute al ristagno delle lacrime. La dacriocistite (così è chiamata l’infezione del sacco lacrimale) acuta provoca dolore, arrossamento ed edema, blefarite, febbre e leucocitosi. Infiammazioni acute ricorrenti possono causare la formazione di un’area di cute indurita e arrossata al di sopra del sacco.

Nella dacriocistite cronica, l’unico sintomo può essere una leggera tumefazione del sacco. Alla spremitura del sacco può fuoriuscire pus attraverso il puntino lacrimale. Il sacco lacrimale può distendersi a causa della ritenzione delle secrezioni, causando la formazione di un grande mucocele. Un ascesso, se presente, può rompersi e formare una fistola drenante”.

Dunque un problema invalidante e da non trascurare. E quando succede nei bambini appena nati?

“Nella forma neonatale, per l’ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale (chiamata dacriostenosi), il neonato presenta lacrimazione, edema palpebrale e fuoriuscita di pus dopo la spremitura del sacco lacrimale. La patologia in genere è auto-risolutiva in 6 mesi, con lo sviluppo delle strutture anatomiche coinvolte. Può tuttavia essere utile l’impiego di antibiotici e il massaggio locale nella regione del sacco”.