Influenza: cos’è e come difendersi
Ogni anno durante la stagione fredda bisogna confrontarsi con l’influenza, e con tutti i fastidiosissimi sintomi che quest’ultima comporta. Cechiamo di scoprire qualcosa in più sul virus dell’influenza, grazie all’aiuto degli esperti.
È puntualissima. Basta uno starnuto, una stretta di mano, l’ambiente chiuso condiviso con altri “contaminati” e il gioco è fatto. Dall’influenza è difficile stare lontani. Quindi, che fare?
Tapparsi in casa finché il pericolo non cessa non è certamente possibile. Seguire invece le indicazioni degli esperti per non farci sorprendere impreparati, sì.
Con la consulenza del prof. Luigi Tagliaferro Biologo specialista in Microbiologia, Settore Virologia & Biologia molecolare, Laboratorio Dr. P. Pignatelli di Lecce e responsabile della commissione Microbiologia e virologia dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
E del dott. Pierluigi Bartoletti, Segretario Lazio della Federazione italiana dei Medici di medicina generale (FIMMG). E della prof.ssa. Maria Pia Villa, direttore dell’unità di Pediatria dell’Ospedale S. Andrea di Roma. ([email protected]).
Riconoscere i sintomi
I sintomi dell’influenza sono noti a tanti. Fin da piccoli, ai primi freddi, abbiamo iniziato a fare i conti con la tosse, la gola che brucia e non ci permette di inghiottire nulla che non sia liquido, i dolori muscolari, a ginocchia o giunture, che non ci fanno muovere dal letto, la pesantezza alla testa, la temperatura corporea che sale e il ricordo fastidioso degli episodi di diarrea e vomito, accompagnati dai brividi di freddo.
Non è detto che il campionario di manifestazioni dell’influenza sia per tutti uguale. C’è chi, per esempio, lungo tutto il decorso non si accorge nemmeno dell’infezione: il suo sistema immunitario vince il virus che riesce a infliggergli solo un lieve malessere.
Nella stragrande maggioranza dei casi, se non sorgono complicazioni alle vie respiratorie, l’influenza sparisce nel giro di una settimana.
Conosci il tuo nemico
Come tutti i virus, anche quello dell’influenza (Orthomixovirus) si modifica ciclicamente in nuove forme prima a ogni ondata epidemica. Il suo fine è quello di sfondare le nostre difese immunitarie. Per colpa della cattiva abitudine di assumere antibiotici anche quando non dovremmo, le difese si sono rese più vulnerabili.
È come un nemico che ci attacca ogni volta con nuove armi, studiate appositamente per fare breccia nella roccaforte che il sistema immunitario ha faticosamente ricostruito. Le mutazioni dei virus seguono due meccanismi principali:
- La deriva antigenica, vale a dire la modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine, in grado di stimolare una risposta immune;
- Lo spostamento antigenico, ovvero la comparsa di un nuovo ceppo virale dalla proteina di superficie.
Nel primo caso, abbiamo i responsabili delle epidemie stagionali, i virus A e B. Per la maggior parte della popolazione, questi virus sono portatori di varianti irriconoscibili per gli anticorpi. Nel secondo, un virus trasmesso all’uomo da altri esseri, come gli animali. Per esempio, l’aviaria.