I batteri non “dormono” mai: incredibile scoperta
I batteri sono microrganismi assai diffusi come forma di vita sulla terra da sempre studiati e tenuti sotto controllo dalla comunità scientifica. Una nuova ricerca appena pubblicata svela il meccanismo alla base della capacità dei batteri di continuare a percepire segnali anche quando dormienti.
Vigili anche quando dormienti: è quel che un gruppo di ricercatori dell’Università della California a San Diego ha recentemente scoperto su una delle forme di vita più diffuse sulla Terra: i batteri.
I microrganismi, solitamente unicellulari, si possono trovare ovunque e in grande quantità. Basti pensare che prelevando la stessa quantità di terreno contenibile in un cucchiaio, possono essere riscontrati fino a 10.000 miliardi di batteri.
Sempre tenuti sotto osservazioni e studiati dalla comunità scientifica, dei batteri si sa possano essere “cattivi” e dunque patogeni (dannosi per l’organismo) o “buoni”, anzi utili per l’organismo: per esempio alcuni ceppi di batteri presenti nell’intestino (parte del microbiota intestinale) potenziano le difese immunitarie e aiutano il metabolismo a funzionare correttamente .
Dopo la sintetica introduzione sui batteri, è possibile comprendere in maniera più chiara il risultato recentemente pubblicato sulla rivista Science. Lo studio in questione, appena condiviso anche da ANSA.it spiega come i microrganismi siano in grado di percepire segnali anche quando si trovano in uno stato inattivo. Una scoperta che apre le porte a una comprensione sempre maggiore dei batteri e di come essi si comportino sulla Terra; non solo, ma conoscere nel dettaglio sempre più informazioni sui batteri, potrebbe anche permettere di capire il possibile funzionamento di forme di vita esistenti su altri pianeti.
I batteri e la capacità di non “spegnersi” mai
Secondo quanto emerso dallo studio sopracitato, il meccanismo che permette ai batteri di tenersi “costantemente svegli” sarebbe molto simile a quello che contraddistingue l’attività dei neuroni. I batteri, anche quando immersi in uno stato inattivo sotto forma di spore (appunto, i batteri dormienti), continuano a percepire. Essi recepiscono i segnali dell’ambiente circostante, che gli permettono di comprendere in quale momento riattivarsi.
Quando le condizioni ambientali non sono favorevoli, i batteri tendono ad entrare in uno stato “dormiente”(diventano spore), smettendo di crescere. I microrganismi possono rimanere fermi per anni, o anche decenni, fin quando l’ambiente circostante smetta di essere per loro ostile.
Prima della nuova scoperta da parte del gruppo di ricercatori statunitense, le spore si pensava fossero completamente prive di qualsiasi attività biologica. E invece, ora è stato dimostrato che effettivamente i microrganismi siano in grado di continuare ad elaborare segnali ambientali, anche se manca produzione di energia da parte del batterio.
Parlando in termini più tecnici, la capacità dei batteri deriverebbe da un cambiamento nello stato elettrochimico, molto simile, appunto, a quello che avviene nei neuroni. Le spore ricevono ripetutamente segnali dall’ambiente e ciò provoca il rilascio di ioni potassio, che sono elettricamente carichi. Un passaggio che va dal nucleo alla membrana esterna fino a quando non viene raggiunta la soglia che permette ai batteri di svegliarsi.