Food Craving: cos’è e come controllarlo
Per “food craving” si intende un desiderio intenso e incontrollabile verso uno specifico cibo. Da cosa parte questo istinto irrefrenabile? E come si può imparare a controllarlo?
Chi soffre di questa condizione non riesce a calmarsi fino a quando non ha pienamente soddisfatto il suo desiderio alimentare. Altra caratteristica è la perdita di controllo, l’incapacità di gestire questo desiderio intenso.
Inoltre, il food crawing è altamente specifico: un cibo qualsiasi non può frenare la smania della persona che ne soffre, solo l’alimento fortemente pensato ne sarà capace.
A soffrirne particolarmente sono le donne, per il 40% delle quali il cibo desiderato è rappresentato dalla cioccolata; comunque in genere i cibi verso i quali si scatena questa forte smania sono soprattutto quelli ricchi in grassi e zuccheri.
Cibo e neurotrasmettitori
Il nostro stato emotivo è influenzato dall’equilibrio esistente tra alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e le endorfine, la cui presenza, a sua volta, è influenzata dai cibi dei quali ci nutriamo, soprattutto zuccheri.
Un pasto ricco in carboidrati, soprattutto semplici, favorisce il rilascio della serotonina, capace a sua volta di svolgere un’azione antidepressiva e ansiolitica.
La serotonina viene prodotta a partire dal triptofano, un aminoacido definito essenziale perchè il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo.
La quantità di questo amminoacido nel nostro organismo dipende quindi dall’alimentazione. Alimenti ricchi di triptofano sono soprattutto le uova, il formaggio, i legumi, il pesce, in particolare le sardine.
Cosa avviene nel nostro cervello
Una alimentazione particolarmente ricca in zuccheri determinerà il rilascio di insulina che favorirà l’assorbimento degli amminoacidi a catena ramificata all’interno delle cellule.
Questa condizione favorirà il triptofano nell’accedere ai meccanismi di trasporto necessari per oltrepassare la barriera emato-encefalica. Tutto ciò, a sua volta, favorirà la produzione di serotonina che potrà agire così da neurotrasmettitore del “buon umore”.
Drogati di cibo
La sensazione di benessere scatenata dall’ingestione di zucchero ha però una breve durata: ciò può determinare una condizione di assuefazione paragonabile a quella scatenata dalle droghe e dall’alcool, che spingerà verso la ricerca di un quantitativo sempre maggiore di zuccheri al fine di ottenere lo stesso grado di soddisfazione iniziale.
Fino a quando il desiderio non è soddisfatto, questi soggetti sono ansiosi, nervosi e agitati. Mangiando gli zuccheri, ritrovano invece forza e vitalità.
Rischi per la salute
Il food craving, se non viene prontamente affrontato, può ovviamente essere causa di problemi per la salute, soprattutto è responsabile della condizione di obesità che a sua volta potrà essere causa di numerose altre patologie.
I soggetti più predisposti al “craving” sono quelli sottoposti a continui stress, le donne che soffrono particolarmente la sindrome premestruale, i soggetti depressi e coloro i quali stanno cercando di smettere di fumare.
Spesso è anche la conseguenza del fallimento di una dieta responsabile dello scatenare pensieri continui verso il cibo. Quest’ultimo diventa un pensiero costante tanto da scatenare una forte voracità fino a quando il desiderio non verrà appagato.
La ricerca
Fino ad ora i metodi usati per combattere il food craving si sono basati sulla soppressione del desiderio, cioè distogliere l’attenzione sul cibo fortemente desiderato e concentrarsi su altro; oppure sull’esposizione proibitiva ovvero guardare il cibo senza toccarlo.
Queste tecniche purtroppo non hanno dato fino adesso i risultati voluti. Secondo invece due ricercatrici australiane, E. Kemps e M. Tiggemann la soluzione del problema si avrebbe concentrando la propria attenzione su immagini, anche molto semplici, per controllare il forte desiderio di cibo.
Sembra infatti che si stiano elaborando delle applicazioni specifiche per notebook e smathphone per combattere il food craving. Sulla validità di queste tecniche non si ha ancora alcuna conferma.
Sarebbe invece opportuno ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta e di un nutrizionista che saranno di certo in grado di fornirci le armi migliori per la risoluzione del problema.
Cosa possiamo fare
Se, specialmente durante un fuori pasto, stiamo cedendo alla tentazione di consumare un cibo cerchiamo di fermare anche per un solo attimo la nostra impulsività e chiediamoci se abbiamo realmente fame o se invece è un nostro stato d’animo particolare che ci sta inducendo a mangiare senza averne realmente bisogno.
Cerchiamo di trovare una valvola di sfogo alternativa: il cibo è nutrimento, il cibo può essere un’occasione di convivialità, ma non può consolarci.
Fare una passeggiata, telefonare ad una persona amica, parlare con il proprio partner ci aiuterà senz’altro a capire e a sfogare il sentimento che ci fa stare male e magari anche a trovare la soluzione al nostro problema.
Evitiamo le tentazioni tenendo in casa gli alimenti che possono scatenare voglie irrefrenabili.