Escherichia Coli: cosa evitare

Caterina Mora
  • Dott. in Biologia della nutrizione

L’Italia è tra i primi posti in Europa per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Lo stesso non si può dire della Germania che è stata afflitta da un’epidemia di Escherichia coli causata da dei germogli di soia prodotti da una cooperativa biologica. Sono ancora da definire le reali cause che hanno scatenato questa infezione

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L’attenzione sui cetrioli che aveva messo in allarme mezza Europa si è ora spostata sui germogli di soia. Sarebbero loro gli imputati della trasmissione dell’infezione dell’Escherichia coli, che ha causato ventidue vittime in Europa, di cui ventuno in Germania.

Secondo i responsabili dei centri di profilassi che stanno studiando l’infezione, il focolaio sarebbe stato individuato in una cooperativa biologica che produce e distribuisce in Germania e in tutta Europa germogli e semi di soia, fagiolo mungo, broccoli, piselli, ceci, ravanelli e lenticchie.

Non è stato ancora stabilito se il batterio coli abbia infettato i prodotti dall’acqua di irrigazione o dai semi, intanto è stata disposta la chiusura dell’azienda e il ritiro dei prodotti alla distribuzione sul mercato.

In Italia nessun caso di infezione, ma la paura dilaga. E, secondo le stime del Codacons, le vendite di frutta e verdura sono crollate di almeno il 15%.

Anche perché nei negozi non sempre è ben esposta la provenienza del prodotto agricolo. Nell’impossibilità, dunque, di distinguere un vegetale italiano da uno straniero, molti stanno rinunciando all’acquisto.

Per questo il Codacons chiede controlli a tappeto nei negozi e multe per i negozianti che non rispettano la normativa sull’etichettatura.

Quali accorgimenti dobbiamo adottare in casa con i cibi?

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Lo abbiamo chiesto al dottor Rolando Manfredini, responsabile qualità e sicurezza alimentare della Coldiretti.

“L’Italia è ai primi posti per la sicurezza alimentare, c’è grande rispetto per le normative igieniche. Per cui da noi è molto raro un evento del genere di contaminazione batterica di frutta e verdure. Per quanto riguarda i germogli di soia, se prodotti e distribuiti in Italia, il pericolo non c’è. Ricordo anche che la cottura degli alimenti uccide il batterio”.