Disturbi uditivi: sintomi, rimedi e cure

Come affrontare i problemi legati all’udito e come riconoscerne la causa. Diagnosi e prevenzione sono fondamentali per evitare danni definitivi, occorre quindi intervenire tempestivamente. Con la consulenza del dottor Pasquale Longo, Specialista Clinico in Implantologia Audioprotesica.

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Cosa hai detto? Ti spiace ripetere? Non si tratta di far alzare la voce a chi ci parla davanti, o di regolare al massimo il volume del televisore, quando si ha difficoltà a sentire e percepire suoni e parole, la prima cosa da fare è prendere coscienza di avere un disturbo uditivo e immediatamente passare all’azione. Perché l’abbassamento uditivo ha un impatto davvero pesante su chi ne soffre, la cui prima conseguenza è la riduzione dei rapporti sociali.

La patologia, infatti, che riguarda circa il 10% della popolazione mondiale e che nel solo nostro Paese interessa oltre 15 milioni di individui (con numeri destinati a crescere dal momento che tocca sempre più persone di giovane età), è caratterizzata da una condizione che rende più stanchi, mentalmente e fisicamente, nell’affrontare la normale quotidianità a cui si era abituati, favorendo a lungo andare depressione e solitudine. Due fattori che è meglio non prendere sottogamba, vediamo perché.

Un’unica parola d’ordine: intervenire precocemente

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Ad aprire la strada dei deficit uditivi è l’esistenza di una correlazione biunivoca tra orecchie e cervello. In pratica, in presenza di un abbassamento uditivo anche di lieve entità si va ad interrompere quella stimolazione neuronale collegata al sistema uditivo che serve a mantenere attive tutte quelle facoltà cerebrali in rapporto con l’udito.

Pertanto, intervenire tempestivamente sul danno uditivo, permette di contrastare il più possibile il decadimento e la deprivazione uditiva. Il rischio? Cadere da lì a breve nel tunnel del declino cognitivo e della demenza senile, innescati, come in un circolo vizioso, da tutti quei fenomeni che influenzano la salute e su cui aleggia lo spettro dell’isolamento, che vanno dalla perdita di autostima all’alterazione dell’equilibrio psico-fisico.

I campanelli d’allarme

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Oltre alla necessità di alzare il volume della radio o della TV, i segnali che possono mettere in guardia sul disturbo sono:

  • difficoltà nell’interpretazione dei messaggi verbali,
  • impossibilità d’identificare i segnali di pericolo,
  • mancanza di comprensione nei luoghi affollati,
  • sensazione di ovattamento auricolare,
  • ronzii alle orecchie,
  • vertigini.

Come se non bastasse, a fare da cornice a un quadro così complesso e problematico, alcuni stati i cui effetti sulla salute non sono mai da sottovalutare: ansia, stress e nervosismo.

I fattori di rischio

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Dopo l’artrite e l’ipertensione, la sordità è il terzo deficit correlato all’età ed è la disabilità sensoriale più diffusa nella specie umana. Ad accrescere la probabilità di venirne colpiti, sono sicuramente i fattori genetici, l’età e l’esposizione ai rumori di forte intensità o continuativi nel tempo. Ma non sono da escludere anche altre malattie, come ad esempio quelle metaboliche e cardiovascolari: le prime, tra tutte il diabete, provocano bruschi cambiamenti nella sensazione uditiva (in termine tecnico “fluttuazioni della loudness”), le seconde, invece, vanno a diminuire l’afflusso di sangue e quindi di ossigeno che arriva al microcircolo dell’orecchio interno, dove si trova l’organo (coclea) dell’udito deputato alla decodifica dei suoni.

Tra i fattori di rischio anche le patologie delle vie respiratorie, specie se cronicizzate: limitano l’ossigenazione e il riequilibrio della pressione dei timpani, con ripercussioni sulla funzionalità meccanica dell’orecchio e il potenziale insorgere della sordità.

Ad aggravare uno stato già compromesso, gli stili di vita poco salutari o l’abuso di farmaci, alcool e fumo pericolose per le sordità dette “ototossiche” che intaccano le alte frequenze dell’udito.

Le novità terapeutiche

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Sono le nuove frontiere della tecnologia audiologica e biomedica a venire oggi in aiuto alle persone che hanno perso l’udito, con la possibilità di trattare tutti i tipi di sordità da quelle lievi e moderate a quelle gravi e profonde.

A partire dall’endoscopia ad alta risoluzione che consente uno studio sempre più approfondito della morfologia dell’orecchio, affiancata da una diagnostica sempre più moderna che permette agli specialisti di individuare con minuziosa precisione lo specifico compartimento colpito dal danno.

Tra le innovazioni audioprotesiche più all’avanguardia, il Soft Ear Laser atraumatico, un gioiellino tecnologico che con poche e semplici applicazioni offre la possibilità di attenuare, e in alcuni casi anche di eliminare quei sintomi associati alla perdita uditiva, quali vertigini, ronzii e ovattamento auricolare.

Per ripristinare l’udito perso, le moderne protesi acustiche ad altissima tecnologia digitale, veri e propri computer in miniatura, permettono di amplificare le singole frequenze deficitarie, così da ripristinare l’udito e restituire ai soggetti audiolesi un comfort uditivo pari al naturale.

Per ultimo, ma di non minore importanza, il grande vantaggio della riabilitazione audiologica personalizzata paziente per paziente, che limita al massimo l’impatto negativo della patologia, restituendo alla persona una vita “normale” grazie al rapido re-inserimento nel proprio contesto di appartenenza.