Curcuma, un nuovo studio rivela: molto più di una spezia
Un nuovo studio effettuato presso l’University College of Science, M.L. Sukhadia University (in India) ha dimostrato quanto benefica possa essere la curcuma, spezia in grado di contrastare gli effetti negativi del fluoruro.
La curcuma è una spezia che fa parte della famiglia delle Zingiberaceae. La spezia è utilizzata anche nella cucina mediterranea ma non tanto diffusa come invece è in oriente, specialmente in India e in Cina. Oltre che nella cucina, anche la medicina tanto cinese quanto indiana vede la curcuma protagonista.
E se la spezia è da tempo utilizzata anche per curare da determinati disturbi, non è solo per tradizione. Da tempo si parla dei benefici della curcuma e ora un nuovo studio ne ha dimostrato un’altra importante proprietà.
La curcuma come sostanza neuroprotettiva
Sono ormai anni che i ricercatori dell’University College of Science, M.L. Sukhadia University tengono sotto osservazione il fluoruro. L’anione del fluoro si trova in moltissime sostanze e alimenti. È ormai noto quanto esso possa essere rischioso e dannoso, ma è comunque assai diffuso. Nell’acqua, nel dentifricio, negli antibiotici, addirittura nelle padelle.
Per ben dieci anni i ricercatori hanno osservato la sostanza e ne hanno studiato gli effetti. Una delle conseguenze più serie del fluoruro è relativa a seri danni al cervello. Nello specifico, l’anione del fluoro sarebbe responsabile di seri cambiamenti neurodegenerativi.
E sembra però che proprio la curcumina (Cur), ingrediente attivo contenuto nella curcuma, potrebbe contrastare gli effetti negativi della sostanza. La curcumina è già nota per le proprietà antiossidanti e da tempo se ne studiano i benefici anche per il trattamento di malattie neurologiche. Ecco perché dallo studio emerge come la curcumina potrebbe essere ideale per proteggere il cervello dagli effetti negativi del fluoruro:
Il trattamento con fluoruro provoca un aumento della perossidazione lipidica (LPO) e anche un aumento delle cellule neurodegenerative nelle sottoregioni dell’ippocampo. È interessante notare che il co-trattamento con curcumina (30 mg/kg di peso corporeo) con fluoruro (120 ppm) per 30 giorni determina riduzioni significative dell’LPO con una concomitante diminuzione della neurodegenerazione rispetto a quelli trattati con fluoruro da solo.
Si legge dallo studio pubblicato su National Library of Medicine. Per approfondimenti e per consultare lo studio completo si rimanda alla pubblicazione ufficiale.