Cancro al seno: prevenzione quotidiana

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

I dati sull’incremento delle donne affette da cancro al senso sono sempre più allarmanti. La prevenzione non è mai abbastanza e non bisogna mai abbassare la guardia, soprattutto bisogna cercare di modificare alcuni comportamenti quotidiani molto nocivi che ne favorirebbero la comparsa.

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Un recente studio coordinato dal Silent Spring Institute di Newton e dalla Harvard School of Public Health di Boston ha reso noto un elenco di sostanze cancerogene che espongono maggiormente le donne al rischio di sviluppo di tumore al seno.

Tra queste, vengono citate le ammine eterocicliche e il benzene, presenti in molti prodotti di cosmesi o di uso quotidiano. Quindi, che fare? Eliminare tutti i barattoli che abbiamo nel bagno?

“La vera notizia – risponde la professoressa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Senologia dell’ospedale S. Andrea di Roma – è che le sostanze ad elevata tossicità possono essere migliaia, alcune di queste con un potenziale cancerogeno. Certamente non possiamo recarci al supermercato, nei grandi magazzini, nei negozi di abbigliamento e nelle profumerie con la lente di ingrandimento in una mano ed un elenco di sostanze dall’altro”

Continua la dottoressa “Dobbiamo solo porre più attenzione alla chimica – continua Bonifacino – e a tutto quello che oggi ci viene somministrato in alimentazione e cosmesi, cercando il più possibile di tornare a quanto la natura è ancora in grado di fornirci”.

Cambiare le scelte quotidiane per migliorare la salute

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Capire che alcuni gesti o prodotti sono dannosi per la nostra salute è solo il primo passo. Il suggerimento è di modificare gradualmente le nostre scelte quotidiane.

Qualche esempio? “Dal deodorante alle creme volumizzanti per il seno – risponde la responsabile di senologia del S. Andrea, Adriana Bonifacino -, dai tessuti in fibra sintetica e colorata ai supporti metallici nei reggiseni”.

Il cambiamento non dovrebbe essere poi così drammatico se pensiamo alla contropartita: “Non è necessario indossare ogni giorno reggiseni colorati e con ferretti. Spesso si tratta di una abitudine, ma non di una necessità. Meglio se di cotone, colori chiari, senza troppi pizzi e merletti. E quando si dorme, togliere sempre il reggiseno.”

“Se si nota qualche arrossamento dell’areola – suggerisce – del capezzolo e anche della cute delle mammelle, è sicuramente necessario sottoporsi ad una visita in un reparto di senologia”.

Prima di rivolgersi allo specialista, è possibile fare dei tentativi. “Non utilizziamo saponi detergenti per qualche giorno – consiglia la professoressa Adriana Bonifacino -, se il reggiseno non è in fibra naturale, mettiamo un panno di cotone o lino bianco all’interno e se la cute tende ad essere screpolata utilizziamo un olio con vitamina E”.

I parabeni: un nemico invisibile

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In Italia come nel resto del mondo occidentale il numero di tumori nei bambini, in qualsiasi età, è in progressivo e costante aumento.

“Tutto questo dovrebbe farci riflettere sul tipo di vita che conduciamo – commenta la professoressa della Sapienza -, su come ci alimentiamo, su quali prodotti utilizziamo in cosmesi, su quali capi di abbigliamento indossiamo. Non è una guerra all’industria: è una riflessione sulla nostra vita e su quella dei nostri figli”.

Eppure qualcosa si muove. Le grandi marche cominciano a eliminare gli ingredienti riconosciuti più nocivi. “Parlando con un amministratore delegato di una grande azienda – ricorda Bonifacino – facevo notare come anche loro finalmente si stessero adeguando a non utilizzare più i parabeni nei loro prodotti”

Continua Bonifacino “La risposta fu piuttosto sarcastica e triste: certamente i parabeni sarebbero stati tolti, anche per un adeguamento al mercato che va in una certa direzione e crea competizione. Ma sicuramente i parabeni sono conservanti alimentari che quotidianamente utilizziamo in molte altre situazioni, anzi li ingeriamo e altrettanto sicuramente avrebbero dovuto sostituire i parabeni con altri conservanti, che a breve saranno a loro volta causa di tanti altri problemi e verranno a loro volta demonizzati”.

Con la collaborazione della professoressa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Senologia dell’ospedale S. Andrea di Roma e Professore Aggregato di Oncologia Medica Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, e della dottoressa Debora Rasio, specialista in oncologia e ricercatrice nutrizionista presso la Sapienza Università di Roma e l’Azienda Ospedaliera S. Andrea.