Automonitoraggio della glicemia: come farlo?
Controllare la propria salute non significa essere malati, ma vuol dire avere cura e rispetto di se stessi. Questo è l’atteggiamento che ogni persona, in particolare se affetta da una patologia cronica come ad esempio il diabete, dovrebbe avere. L’automonitoraggio è una procedura quasi sempre semplice, ma al tempo stesso serio. Vediamo come funziona quella per il controllo della glicemia
In presenza di diabete, l’automonitoraggio glicemico rappresenta un’arma efficace, che insieme alla terapia farmacologia e a una corretta e sana alimentazione, permette alla persona e al medico di valutare lo stato di salute.
Nel caso del paziente diabetico, sia di tipo I che di tipo II, consiste nella valutazione quotidiana dei valori della glicemia: il mantenimento di questo parametro nel range di normalità, permetterà al paziente di evitare spiacevoli complicazioni quali la retinopatia e la neuropatia.
Come viene effettuato l’automonitoraggio diabetico?
Fortunatamente siamo ben lontani da quando la valutazione dell’andamento glicemico veniva effettuato esclusivamente grazie all’analisi del livello di zuccheri nelle urine. Metodo che non permetteva una agevole e rapida valutazione della condizione di salute del paziente.
Grazie al progresso della ricerca e della tecnologia, esistono una vasta gamma di strumenti per misurare i valori della glicemia capillare ovvero i glucometri.
Con una piccola goccia di sangue, siamo in grado di sapere quanto zucchero abbiamo nel sangue. I dati ottenuti permetteranno al medico di decidere se è opportuno modificare la terapia farmacologia.
Precauzioni nella misurazione con il glucometro
L’uso del glucometro è molto semplice. Sono poche e semplici le regole da seguire:
- Lavare bene le mani con acqua e sapone per evirare che il campione risulti contaminato: se ad esempio le mani sono sporche di frutta, ciò che andremo a misurare sarà non solo la quantità di zucchero a livello capillare, ma anche quella presente nel frutto stesso.
- Non usare alcool (perché è un carboidrato) o salviette umidificate. Le mani inoltre devono essere ben asciutte: l’acqua diluirebbe la goccia e il glucometro valuterebbe una glicemia inferiore a quella reale. Con le lancette pungi dito, otterrete la goccia di sangue che andrà posta sulle specifiche “striscereattive”. Dopo pochi secondi otterremo il valore della glicemia.
- Il punto migliore per il prelievo della goccia di sangue è il polpastrello, preferibilmente nelle fasce laterali all’unghia. Possono essere usate tutte e cinque le dita, ma è preferibile non usare il pollice perché la pelle è più spessa.
- Punti alternativi alle dita sono l’avambraccio e il palmo della mano. In questo ultimo caso sarà probabilmente opportuno calibrare la profondità di penetrazione delle lancette.
- È fondamentale che le lancette non vengano riciclate per successive misurazioni, ma che vengano sostituite: l’ago della lancetta, dopo esser stata usata, si deforma, cosa che renderebbe doloroso il prelievo successivo.
- In generale, le misurazioni possono essere effettuate in qualsiasi luogo, ma è consigliabile evitare le condizioni estreme, come ad esempio le alte temperature, che potrebbero far ottenere erroneamente dei valori più alti, e le basse, responsabili invece di valori inferiori a quelli reali.