Acido folico: benefici e quando assumerlo
Quando è importante assumere acido folico? Non solo in gravidanza, in età adulta è importante come forma di prevenzione per la donna già prima del concepimento.
Il messaggio chiave “Estendere la finestra terapeutica”, espresso dagli esperti, vuole essere un invito a tutte le donne sessualmente attive per agire consapevolmente e assumere preventivamente la giusta dose di acido folico (400 mcg) in modo da ridurre il rischio di difetti del tubo neurale e diminuire l’incidenza di cardiopatie, labbro leporino, prematurità, autismo e ritardo del linguaggio nei loro futuri figli. I più importanti specialisti del mondo medico ostetrico e ginecologico sottolineano l’importanza di una corretta prevenzione.
“Basterebbe assumere l’acido folico a 400mcg per un periodo più lungo, rispetto ai soli mesi iniziali della gravidanza, per contrastare i difetti del tubo neurale nei nascituri. Si potrebbe incentivare l’assunzione di tale vitamina nel periodo in cui la donna inizia ad essere sessualmente attiva”, dichiara Maria Pia Pisoni, specialista in Ostetricia e Ginecologia, con alta specialità nelle patologie dei difetti del tubo neurale materno-fetale presso l’Ospedale Niguarda Ca’Granda e rappresentante dell’ASBIN (Associazione Spina Bifida e Idrocefalo Niguarda).
Leggi anche Gravidanza: è giusto assumere acido folico?
Anche l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), comprendendo la valenza della prevenzione delle malformazioni neurologiche, ha inserito l’acido folico a 400mcg nell’elenco dei farmaci a rimborsabilità totale (classe A).
“In Italia si verificano ogni anno poco meno di 600 casi di DTN (Difetti del Tubo Neurale) nei nascituri. È un dato molto elevato se si considera la “semplicità” della prevenzione, sufficiente a ridurre del 72% il rischio di DTN. Anche altre malformazioni come cardiopatie e labbro leporino potrebbero essere prevenute. Inoltre alcuni studi suggeriscono anche una riduzione del rischio di prematurità, di basso peso neonatale, di autismo e di ritardo del linguaggio” – sostiene Pierpaolo Mastroiacovo, pediatra, epidemiologo e direttore del Centro Collaborativo OMS ICBD (International Centre on Birth Defects and Prematurity) e del progetto www.pensiamociprima.net