Bullismo: fenomeno diffuso anche tra le ragazze
Il bullismo non è solamente un fenomeno che riguarda soggetti maschi, ma anche le ragazzine; anche se in vistoso aumento, il bullismo tra ragazze è molto sottovaluto ma esiste e deve essere compreso e riconosciuto per essere combattuto; ecco i consigli di una psicologa a riguardo.
Vostra figlia all’improvviso manifesta un ostinato rifiuto verso la scuola e la mattina inventa mille scuse per non andarci? Non sottovalutate le cause.
Qualche volta non è semplice pigrizia, ma il timore di essere tormentata dalle compagne, piccole bulle prepotenti e aggressive. Un fenomeno in aumento tra le ragazzine di età compresa tra i sette e i quindici anni e per certi versi differente da quello maschile: le bambine prediligono un’aggressività indiretta, non fisica, più sottile e spesso più crudele.
Emarginano le compagne più deboli, le calunniano, le ricattano, le isolano, le escludono, imprigionandole in un cordone di silenzio. Le fanno sentire invisibili.
Come i bulli, spiega Ada Fonzi, psicologa, docente di psicologia dello sviluppo all’Università di Firenze ed esperta di questo particolare comportamento, anche le bulle soffrono di irrequietezza, aggressività, indifferenza e vivono in uno stato di disimpegno morale senza provare alcun senso di colpa.
Con le loro vittime innescano un circolo vizioso, colpendole credendo di essere nel giusto; spesso i bersagli si convincono di meritare tale trattamento.
Colpa della società?
Tra le principali cause del fenomeno “C’è sicuramente una società che propone modelli conflittuali e prevaricatori” spiega Ada Fonzi, “un ambiente che esalta competizione e individualismo.”
La Fonzi mette anche in guardia contro i rischi che corrono le bambine vittime di “mobbing”: possono decidere di abbandonare la scuola e in seguito sviluppare gravi di carenze di autostima che potrebbero sfociare in sindromi depressive.
Ma anche il futuro delle bulle non è roseo: “Se non vengono corrette possono diventare adulte asociali, incapaci di inserirsi nel mondo del lavoro e costruire una vita affettiva soddisfacente”.