Ansia da prestazione: ora ne soffrono anche le donne

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa
25/02/2021

L’ansia da prestazione può diventare un vero e proprio impedimento della vita di tutti; anche le più semplici attività possono diventare impossibili se non si è in grado di gestire l’ansia da prestazione. Anche le donne ne soffrono, molto più di quel che si crede, come emerso da un sondaggio.

Anxiety

Sempre le migliori in ufficio, in famiglia e sotto le lenzuola. Questa continua ricerca della perfezione fa crescere anche la paura di non essere adeguate e oggi il problema dell’ansia da prestazione interessa anche “l’altra metà della mela”: una donna su cinque ammette di averlo provato.

I dati emergono dal sondaggio “Le italiane e il sesso”, condotto a Roma, Milano e Napoli su 600 donne tra i 18 e i 50 anni, di cui il 26% single, e presentato al congresso congiunto della Società italiana della contraccezione e della Federazione italiana di sessuologia scientifica.

Quasi tutte le intervistate conoscono l’ansia da prestazione “al maschile”, ma solo il 38% sa che può manifestarsi anche nelle donne, inserendosi tra i peggiori nemici della coppia.

Additate come principali cause sono la routine (65%), lo stress (51%) e il timore di deludere il compagno (48%), ma anche abitudini tradizionalmente associate a uno stile di vita maschile, come fumo, alcool e superlavoro, si ripercuotono negativamente sulla libido.

Un blocco psicologico?

ANSIA

A differenza di quanto accade agli uomini, per cui si tratta di un blocco fisico, nelle donne l’ansia da prestazione è un meccanismo prevalentemente psicologico ed emotivo: un senso di disagio che non compromette la riuscita del rapporto, nonostante questo venga vissuto con affanno.

Il dialogo con il partner, con cui condividere le difficoltà e migliorare l’intimità, è una possibile soluzione al problema. Le intervistate ritengono che la confidenza (86%), l’ironia e la complicità (72%) e la giusta atmosfera (65%) siano elementi importanti per favorire l’intesa. Naturalmente aiutano anche il riposo, almeno otto ore di sonno per tenere a bada l’ansia basale, un’attività fisica quotidiana, anche leggera, che facilita l’eccitazione, e una dieta sana.

La scienza indica i soggetti esposti al rischio maggiore: il professor Salvatore Caruso, presidente della Federazione di Sessuologia Scientifica e co-presidente del congresso spiega che cicli abbondanti e forti sbalzi ormonali possono contribuire ad alimentare l’ansia.

«La pillola anticoncezionale può essere un valido aiuto, in quanto migliora la qualità della vita ed è estremamente efficace dal punto di vista contraccettivo, permettendo una sessualità senza ansie», aggiunge Caruso. Dall’inchiesta infatti emerge che il rischio di una gravidanza frena il desiderio per una donna su tre.