Maternità: come affrontare il rientro a lavoro

Arianna Preciballe
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Con la consulenza della dott.ssa Elena Izard, psicoterapeuta oggi affrontiamo un argomento molto importante, che preoccupa tutte le mamme: tornare al lavoro dopo il parto. Ecco alcuni consigli per affrontare al meglio la situazione. 

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Lo hai cullato, allattato, accarezzato, lavato e poi cambiato, consolato, imboccato. Praticamente senza mai staccarti da lui. Ma a spezzare questa armonia di amore, tenerezza e sorrisi c’è il lavoro.

Man mano che la data del rientro si avvicina, scopri che affidare per la prima volta il tuo bimbo a qualcun altro, dopo tanti mesi trascorsi sempre insieme, è terribile.

Eppure non c’è niente da fare: bisogna tornare al lavoro. E tu non sopporti l’idea di separarti dal bimbo e non poter dedicare tutto il tempo a lui. Sei assalita dai dubbi, da mille paure, talvolta anche ingiustificate.

Ti chiedi: sarò capace di essere una madre che lavora? In ufficio continuerò a dare il meglio di me stessa e a casa riuscirò a essere una brava mamma? Il momento più duro è in genere la prima settimana.

Sotto, sotto hai quasi paura che qualcuno si metta affettivamente in competizione con te nella cura del bambino. E che lui si affezioni troppo a chi si prende cura di lui. Insomma sei gelosa; un sentimento giustificabile, ma dannoso perché il bambino deve avvertire la fiducia della mamma nella persona che ha scelto per accudirlo.

Tante ore di separazione: come affrontarle

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Il rientro al lavoro dopo il congedo di maternità è un momento delicato nella relazione madre-bimbo perché spesso è la prima occasione di una separazione prolungata, di parecchie ore. Le modalità per affrontarlo dipendono molto dall’età del bimbo e dal carattere della mamma.

Ci sono donne che ritornano al lavoro quando il figlio ha pochi mesi perché non possono assentarsi troppo a lungo dall’ufficio (per esempio per necessità economiche o per il desiderio di rimanere in carriera), altre che riprendono quando il bimbo sta per compiere un anno.

Per alcune donne separarsi dal figlio per andare al lavoro è una costrizione, un’imposizione che viene dall’esterno.

Per altre invece significa soddisfare un’esigenza di maggior libertà, di riprendere i contatti col mondo. Esigenza che comunque scatena parecchi sensi di colpa perché in questo modo si ammette il desiderio di allargare i confini della propria identità e di non accontentarsi di fare la mamma a tempo pieno. Ma, allo stesso tempo, si ha paura di privare il bambino di una presenza fondamentale per la sua crescita.

Consigli utili per un rientro graduale

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Un accorgimento che giova sia alle mamme più apprensive sia al piccolo è il rientro graduale al lavoro: ricorrendo al part time che oggi con la crisi, a volte, è più facile da ottenere.

C’è anche l’opportunità dell’orario ridotto previsto per le lavoratrici madri fino al compimento dell’anno del bambino. Così a poco a poco ci si abitua ai nuovi ritmi che diventano assolutamente naturali.

Altri trucchi per farcela? Primo: tre settimane prima di cominciare il lavoro è opportuno far rimanere il bimbo qualche ora al nido o con la nonna o la tata: va abituato a poco a poco in modo che non si senta abbandonato.

Secondo: chiedere una maggior flessibilità di orario al mattino in modo che il piccolo possa svegliarsi con la mamma vicino. Terzo: fare tutto il possibile per dedicargli il tuo tempo libero e coccolarlo. Quarto: farlo sentire sempre protagonista.

Per esempio: stai sbrigando le faccende domestiche? Parla ugualmente con lui: anche così avvertirà la tua vicinanza, il tuo amore. Ricorda di tornare a casa tutte le sere con una gran voglia di stare con lui, di rincontrarlo: se ti presenti a lui allegra e sorridente, magari nascondendo l’inevitabile stanchezza lo renderai felice!

Infine: più che passare in stato di perenne allarme le ore di distacco, è utile non perdere mai di vista le esigenze del piccolo, sforzandosi di riuscire a riconoscere i suoi bisogni, anche se si sta con lui solo alla sera e durante il fine settimana.

Se saprai cogliere le sue richieste e stare al passo con la sua crescita si sentirà compreso e amato. E tu non perderai nulla dei suoi progressi.