Sport: le ginocchia sono il punto debole degli adolescenti

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Lo sport è fondamentale nei giovani, ma non è sempre controllato dai docenti di educazione fisica, nelle scuole e nei licei; gli infortuni durante gli allenamenti e le gare sono numerosi tra gli adolescenti; lo dimostra uno studio recente svolto su un campione di 17 milioni di giovani sportivi.

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Il 15,2% dei traumi fisici subiti dagli adolescenti durante l’attività fisica svolta a scuola è a carico delle ginocchia.

Gli sport più a rischio di provocare lesioni sono in particolare il gioco del pallone, maschile e femminile, e la ginnastica femminile. I danni più comuni sono a carico di legamenti, tendini e menisco e viene operato il 21,2% dei giovani che ha subito tali traumi.

Lo dimostra uno studio epidemiologico svolto negli Stati Uniti su 17 milioni di adolescenti e 20 differenti attività sportive praticate nelle scuole.

I risultati dell’indagine svolta in America

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L’indagine è stata condotta dalla Ohio State University Sports Medicine Center di Columbus ed è pubblicata su Medicine & science in sport & exercise.

”Gli sport che provocano più traumi alle ginocchia degli adolescenti sono il calcio, sia maschile che femminile, e la ginnastica femminile. I traumi avvengono soprattutto durante le gare, ma anche negli allenamenti. Le ragazze subiscono più danni rispetto ai ragazzi nella maggioranza delle attività svolte, come calcio, pallavolo, basket, baseball, hockey, nuoto e tuffi” spiegano gli autori dello studio” commentano gli specialisti intervenuti nello studio.

I traumi più comuni elencati dai ricercatori sono a carico del legamento collaterale mediale (36,1% del totale dei traumi alle ginocchia), patella o rotula (29,5%), legamento crociato anteriore (25,4%), menisco (23%), legamento collaterale laterale (7,9%) e legamento crociato posteriore (2,4%). Le ragazze sono particolarmente soggette ai danni al legamento crociato anteriore.

”Bisogna sviluppare interventi preventivi per prevenire un così alto numero di incidenti anche per ridurre gli oneri di queste lesioni, a carico dei ragazzi e delle loro famiglie” concludono gli specialisti e autori dello studio.