Morte: come spiegarla ai bambini?

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Con la collaborazione della dott.ssa Mariangela Corrias, psicologa, esperta in psicosomatica, in psicologia dell’età evolutiva e in psicologia sistemica abbiamo trattato il tema della morte, dandovi dei consigli su come trattare il tema con i bambini.

Death

La morte è un evento naturale e allo stesso tempo doloroso e angosciante. I bambini hanno difficoltà a comprenderne il significato e ad elaborare quello che è un cambiamento nella normale vita quotidiana della famiglia.

È importante, quando si manifesta un lutto, parlare con il piccolo e condividere con lui/lei i ricordi della persona scomparsa; spesso si tratta dei nonni, inseparabili punti di riferimento, amati e venerati dai nipoti, ma è ancor più difficile quando la scomparsa riguarda un genitore. Non sempre si ha la forza di affrontare questo argomento con i bambini ma, superato lo shock iniziale diventa necessario. Secondo la dottoressa Corrias, i bambini non vanno esclusi dall’esperienza della morte.

La solidarietà che si crea nella famiglia quando accadono avvenimenti del genere, il poterne parlare insieme, comprendere il perché dei cambiamenti che inevitabilmente avverranno, sono tutte cose che aiutano a far sentire il piccolo parte della famiglia e a favorire i processi di elaborazione del dolore. Un discorso a parte andrebbe fatto per la morte della mamma. Questo è un lutto che colpisce profondamente e che necessita di tempo e pazienza per venire superato, e che andrà incontro a elaborazioni successive.

Non ci sono frasi giuste o sbagliate

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Il modo di spiegare la morte e le parole da scegliere sono condizionate dall’età del bambino ma anche dalla cultura del contesto in cui vive, dalla fede religiosa e della famiglia. In linea generale è meglio che la persona che sta più vicino al bambino (presumibilmente la mamma) possa spiegargli con parole semplici, ma realistiche cosa è accaduto, e che tutti quelli che lo circondano (anche se appartenenti per esempio a fede religiosa diversa) rispettino la stessa versione.

Occorre rispondere con sincerità adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprensione. Parlare di morte costringe a confrontarsi con la propria angoscia e il proprio dolore, con le emozioni sconvolgenti che si provano. Si vorrebbe dare sicurezza ma ci si sente fragili. Affrontare il dolore dei propri figli è difficile per un genitore, spesso è altrettanto difficile mostrarsi fragili e vulnerabili di fronte a loro.

I bambini vanno rassicurati che il loro vissuto, la loro tristezza o angoscia sono normali. Chi muore ci priva della sua presenza fisica, ed è una perdita definitiva e tragica, ma la presenza nel nostro cuore rimarrà per sempre, insieme a tutto ciò che di buono quella persona ci ha dato. Questo lo possono capire a qualunque età.

Ci sono inoltre molte fiabe che possono aiutare, adatte anche ai bambini piccoli. Durante l’adolescenza invece, periodo in cui si affrontano i grandi quesiti della vita (perché si sta al mondo, che significato ha la morte, ecc…), avvicinarsi alla morte può essere causa di turbamenti che spesso noi adulti, non sappiamo come affrontare: profonde tristezze, silenzi, ma anche rabbia. Il ragazzo si avvicina per la prima volta all’idea che tutti moriranno, compreso lui stesso e la mancanza sembra impossibile da sopportare.

La morte è spesso considerata un tabù che si deve occultare; occorre invece affrontare il dolore e parlare perché nascondere i propri sentimenti per non far soffrire il figlio non serve. Può essere utile in un secondo momento, aiutare l’adolescente ad accogliere tutto ciò che di buono ha ricevuto dalla persona scomparsa, ringraziando per il dono della sua presenza.