Pet therapy per una migliore qualità di vita
Accarezzare il pelo morbido di un cane o di un gatto riduce il battito cardiaco e abbassa la pressione; a confermalo sono numerosi studi e gli effetti positivi che sono stati riscontrati nelle persone che hanno beneficiato della Pet Therapy, ormai declinata in diversi modi e terapie.
Cavalli e asini sono utilizzati in persone con problemi neurologici, muscolari o mentali. I delfini possono essere d’aiuto ai ragazzini autistici e a quelli con la sindrome di Down.
Che il rapporto con gli animali faccia bene oggi è scientificamente provato: a riconoscerlo è anche l’Istituto Superiore di Sanità che alla pet therapy (le terapie svolte con l’aiuto degli animali) ha dedicato uno specifico rapporto.
Più semplicemente, un cane o un gatto dipendono totalmente da noi e sono bisognosi di ricevere amore, coccole, presenza umana. Con loro si ha uno scambio di affettività e di sentimenti importante. Che fa del bene in ogni caso, a tutti. Provare per credere!
Meglio un cane o un gatto?
Le due specie si addicono a situazioni e caratteri differenti. Entrambe tengono compagnia, ma sicuramente il gatto è di più facile gestione. Non deve uscire, sa essere più indipendente.
Un cagnolino però interagisce di più ed è indicato con i bambini dai quali accetta di farsi “strapazzare”.
Il gatto, invece, quando è stanco prende e se ne va. Se ci si indirizza su un micio, vanno bene tutte le razze. Ma sicuramente il persiano è il più sornione.
C’è anche un tipo che è l’unico a non provocare allergie. Si tratta del gatto siberiano, che non produce un tipo di proteina, Fel D1, che il gatto lascia sul pelo quando si lecca e che quando viene a contatto con una persona allergica crea spesso problemi a livello respiratorio.
Per quanto riguarda i cani, è fondamentale prediligere razze docili, più idonee per carattere ed esigenze a bambini e anziani.
Va però sottolineato che non bisogna mai lasciare solo un cane con un bambino, senza il controllo di un adulto. Sono pur sempre bestie e possono essere imprevedibili e, seppur rari, eventuali atteggiamenti aggressivi non possono essere esclusi in maniera assoluta. L’ideale sarebbe una crescita simultanea. Se il bimbo arriva dopo, è importante non trascurare l’animale per non farlo ingelosire.
Un quattro zampe può aiutare i piccoli
Abbiamo chiesto al prof. Giovanni Valeri, medico e neuropsichiatra infantile presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma come può un amico a quattro zampe essere d’aiuto ai più piccoli. Ecco cosa ci ha detto a riguardo.
Per i bambini l’arrivo di un animale in famiglia è sempre motivo di gioia e costituisce una novità importante anche ai fini della crescita. La convivenza con un pet dà ai piccoli la possibilità di sperimentare il rapporto con un essere vivente, diverso da loro, che ha bisogni e comportamenti lontani da quelli umani a cui essi sono abituati.
Nei bimbi in età prescolare o scolare, fino alla seconda o terza elementare, il rapporto con l’animale stimola la curiosità e arricchisce il bagaglio di conoscenza.
Nei ragazzi in età adolescenziale, si aggiunge poi anche un altro aspetto: prendersi cura di un pet stimola il senso di responsabilità e aiuta a diventare grandi. Sono questi i motivi che hanno decretato il successo, anni fa, del famoso Tamagochi, e oggi dei videogame che chiamano i piccoli a occuparsi “virtualmente” di un cucciolo, badando che cresca felice, nutrito e soddisfatto.
Il bisogno di amore e coccole è molto presente nei bambini e il rapporto con un animale stimola la loro curiosità di conoscenza.
Cuccioli: migliorano le difese immunitarie e la socialità
A proposito di rapporto bambini-animali, si parla spesso di pet-therapy perché è indubbio che la vicinanza di un cane o un gatto ai piccoli è importante per affrontare alcuni problemi del comportamento infantile.
Se è vero, come ormai confermato da molti studi, che la presenza di un animale in casa migliora la vita, perché ha un effetto rilassante, capace di far diminuire anche di alcuni gradi la pressione arteriosa, in caso di bimbi con disturbi nello sviluppo, problemi di disattenzione o iperattività, il rapporto con il pet ha effetti ancor più positivi.
Migliora la capacità di socializzazione, insegna ai ragazzi a cercare modi alternativi per rapportarsi con l’animale, diversi da quelli che sono soliti utilizzare con gli adulti o con i loro coetanei.
Se con il cane è più facile instaurare un rapporto affettuoso, perché è più tollerante, il felino non accetta di essere a disposizione di nessuno, per cui il bambino, se vuole giocare con lui, deve imparare a rispettare certe regole.
Un gatto in casa insegna ai piccoli il senso della misura e che non tutti sono sempre a loro completa disposizione.
La presenza in casa di un pet ha ripercussioni anche sul sistema immunitario. Alcuni studi dimostrano che la convivenza è positiva perché allena il sistema immunitario infantile rendendolo più forte e inattaccabile.