Divorzio: come gestire il tempo libero dei figli
Riuscire ad organizzare le vacanze estive per due genitori separati è un’impresa molto ardua. Scopriamo insieme in che modo riuscire a rendere questo momento il più piacevole possibile sia per i bambini che per i genitori.
È il momento di organizzare le vacanze: se mamma e papà non stanno più insieme, anche se sono buoni amici, per i bambini la logistica è una questione molto delicata.
La pausa estiva, con i suoi tempi più lunghi rispetto al weekend, è un momento molto importante per condividere, un po’ con mamma e un po’ con papà, esperienze nuove e anche scoperte reciproche. Ma come gestirla, come “spartirsi” la compagnia dei figli e come stabilire la meta giusta per le vacanze?
Se poi c’è un nuovo compagno o una nuova compagna, la situazione si complica; è l’occasione più opportuna per fare stringere amicizia tra lui e i piccoli? Le domande sono molte. Per dare qualche risposta “Più sani e più belli” ne ha parlato con Livia Cavadini, psicologa e psicoterapeuta dell’infanzia e della famiglia.
Alcune regole fondamentali
Se il piccolo vive con un solo genitore, in genere la mamma, il papà può sentirsi preoccupato all’idea delle vacanze e non immaginarle come un periodo di relax. In effetti, un conto è vedere il bambino per qualche ora, un altro passare due settimane di intimità quotidiana.
Ma occorre pensare che la vacanza è un momento molto importante e positivo sia per il genitore sia per il figlio, che hanno l’opportunità di conoscersi molto di più di quanto non si possa fare nel resto dell’anno.
Le vacanze non devono diventare un’occasione di competizione tra mamma e papà; i genitori non devono insomma fare a gara per “dare di più” al ragazzo; (organizzando le vacanze più ricercate e costose), in modo da cercare di recuperare eventuali assenze precedenti e quindi trasformando le ferie in un viaggio nel paese dei balocchi senza regole, né limiti. Al contrario, la vacanza deve essere un momento di piacevole normalità insieme.
Se la coppia si è separata solo nell’ultimo anno e ci sono ancora conflitti in sospeso, è importante che il bambino venga “preparato” a stare di nuovo a lungo con il genitore con cui non vive più; l’ideale sarebbe avvicinarsi alla lunga vacanza con qualche weekend insieme, per riprendere piano piano confidenza gettare le basi per una relazione abbastanza costante e stabile ed evitare delusioni e sapere in anticipo come affrontare momenti critici o domande difficili.
Proprio perché è una situazione inedita, sarebbe meglio evitare la presenza di un eventuale nuovo compagno, a meno che non ci sia già stato un processo di avvicinamento e sia già una figura ben presente nella vita del bambino. Solo in questo caso la vacanza può essere l’occasione per consolidare il rapporto; attenzione però a non permettere che i nuovi partner adottino atteggiamenti sostitutivi di ruoli materni e paterni.
Se le condizioni economiche e lavorative lo consentono, sarebbe meglio prevedere anche qualche giorno in cui genitore e figlio sono da soli, e condividono un‘esperienza tutta loro.
Il momento della vacanza
Le aspettative sulle vacanze sono sempre alte e a maggior ragione quando scatta la voglia di godersi per un po’ il proprio figlio senza l’assillo del tempo; bisogna, però, mettere in conto che ci saranno anche momenti di tensione che necessitano magari una sgridata.
Non bisogna amareggiarsi se capita che il bambino sia un po’ triste, o, per un capriccio insoddisfatto, dica che gli manca la mamma o il papà e che vorrebbe stare con lui o con lei; in questi casi, non bisogna arrendersi. È invece importante provare a risolvere il problema: non con le lusinghe o cedendo su tutti i fronti ma cercando di capire il problema e di discuterlo con calma.
È bene che le vacanze non siano troppo spezzettate: tre giorni con mamma, cinque con papà, poi a casa dell’uno o dell’altro, quindi un altro viaggio. Ciò non favorisce un rapporto sereno: l’ideale sono 15 giorni con un genitore e altrettanti con l’altro, che possono scendere a una settimana per i bambini più piccoli, fin o a 4-5 anni.
La decisione dei tempi e della meta spetta al genitore, possibilmente concordata con l’ex partner, ma limitandosi a sondare l’interesse del bambino senza pensare di “lasciar decidere a lui”; non è una responsabilità da attribuire a un piccolo che già deve elaborare il lutto della separazione dei genitori senza sensi di colpa.
Se le vacanze precedenti erano state fatte quando la famiglia era ancora unita, bisogna rendersi conto che stavolta la gestione del bambino sarà tutta nostra, con probabili momenti faticosi; per questo, è meglio prevedere almeno un minimo di programmazione per le attività da condividere e per i momenti in cui invece il figlio o la figlia saranno soli, senza illudersi che “l’importante è stare insieme”.
Non è indispensabile che la vacanza con mamma sia diversa per tipologia da quella col papà (una “avventurosa” e l’altra di totale riposo). È molto più importante, invece, tenere in considerazione l‘età del bambino e quello che è abituato a fare; pratica sport ed è molto attivo, frequenta tanti amici all’oratorio o con gli scout, ama trascorrere momenti da solo disegnando o leggendo, è incuriosito da visite a musei, ama i giochi all’aria aperta.
Se si tratta di un adolescente, nella destinazione prescelta;(per esempio villaggio al mare, casa di vacanza, hotel in montagna o viaggio in comitiva); è indispensabile dargli la possibilità di trovare ragazzi della sua età con cui fare amicizia.
Risposte alle domande più frequenti
In villaggio o no?: Un villaggio con un mini-club può essere una scelta valida sei si hanno ragazzini piccoli, perché il bambino rivive un’esperienza simile a quella della scuola o dell’asilo; trascorrendo ore impegnato in giochi e attività con i coetanei. Nella scelta, però, è meglio preferire una struttura non troppo grande e caotica e non lasciarci il piccolo tutta la giornata; il rischio è quello di perdere l’occasione di coltivare il rapporto col proprio figlio, soprattutto se dopo la separazione la relazione con ragazzino non è ancora ben consolidata.
Con amici o da soli?: Se si hanno amici con figli, si può anche andare in vacanza nella stessa località così che bambini che già si conosco possano passare del tempo insieme; per esempio giocando sulla spiaggia, permettendo ai genitori qualche momento di relax. Cercando però di ritagliarsi comunque degli spazi “genitore figlio“, senza fare sempre tutto in comitiva.
Con i fratellini? :In generale, a meno che non ci sia una grande differenza di età, è meglio portare i figli in vacanza tutti insieme e non a turni, uno con mamma e l’altro con papà. In questo modo si evitano anche possibili motivi di conflitto o di confronto tra i ragazzi sulla meta, l’alloggio, le occasioni di divertimento e così via.
Tutti insieme appassionatamente?: Per amore dei figli, c’è chi pensa sia una buona idea andare in vacanza insieme anche se la coppia è “scoppiata”. Anche se tra mamma e papà non ci sono conflitti e il rapporto è civile, è una situazione che può generare confusione e alimentare illusioni; c’è il rischio che il bambino non riesca a capire perché i genitori non vivono più insieme, visto che vanno d’accordo; e che, magari, si crei delle aspettative sulla possibilità che tornino insieme. Una riunione, e magari anche la condivisione della stessa stanza d’albergo, è accettabile solo in casi eccezionali e per un tempo limitato e quanto più possibile breve.