Dermatite atopica: cura e prevenzione
In Italia un milione di bambini soffre di dermatite atopica. Non guarda in faccia neppure i minori questa malattia infiammatoria cronica non contagiosa, caratterizzata da secchezza della pelle, che ha l’insorgenza maggiore nei primi anni di vita, arrivando a coinvolgere il 3% della nostra popolazione (1,5 milioni).
L’impatto sul paziente e sulla famiglia è molto forte.
“La gestione della dermatite atopica può diventare un’importante voce di spesa per una famiglia – dice Giampaolo Ricci, responsabile dell’Allergologia Pediatrica dell’ospedale S. Orsola Malpighi di Bologna. Un nostro studio pubblicato sul Journal Pediatric HealthCare, ha quantificato in 1.250 euro il costo medio annuo per la famiglia di un bambino con dermatite atopica. Un costo che può variare dagli 800 euro per le forme lievi, ai 1.400 per le forme moderate, sino ai 2.200 per quelle gravi”.
Dermatite atopica: cura e prevenzione
Il problema non si reduce solo a una questione di portafoglio: la dermatite atopica, soprattutto nelle fasi acute, rende la vita difficile al malato che, notte e giorno, prova un irresistibile bisogno di grattarsi. Un gesto che viene voglia di incrementare sempre più e che mette in moto un meccanismo senza fine che sulla pelle si traduce in graffi ed escoriazioni.
“La cura di questa patologia è apparentemente semplice – prosegue Ricci – con l’utilizzo in prima istanza di terapia con emollienti e idratanti, e nelle fasi acute di farmaci antiinfiammatori topici (corticosteroidi, immunomodulanti)”.
Trattandosi infatti di una patologia a carattere cronico e recidivante l’impiego di corticosteroidi o altri farmaci deve essere limitato nel tempo, per evitare gli effetti collaterali di un loro impiego a lungo termine.
La prevenzione
La prevenzione delle recidive è affidata all’impiego di creme emollienti e idratanti.
“Ma attenzione – aggiunge Giampiero Girolomoni, Direttore Clinica Dermatologia e Venereologia di Verona – non bisogna banalizzare la terapia con l’utilizzo di comuni creme emollienti che potrebbero peggiorare la condizione del malato. Si devono impiegare prodotti appositamente studiati, ad azione antibatterica, con principi attivi capaci di intervenire sulle involucrine e quindi sul meccanismo che regola la perdita di acqua dagli strati profondi della pelle (TEWL – Trans Epidermal Water Loss) per migliorare lo stato della barriera cutanea. Ma non basta, non devono contenere conservanti, parabeni, coloranti o profumi.”
Il modello “Mattoni e cemento”
L’impiego di creme idratanti adeguate è fondamentale anche nella gestione delle forme gravi di dermatite atopica. Queste sono curate con l’impiego di farmaci sistemici quali ciclosporina, methotrexate e azatioprina.
“L’attività della barriera cutanea – spiega Enzo Berardesca, Direttore Clinica Dermatologica San Gallicano, Roma – è un meccanismo complesso. È ormai acquisito che la struttura della barriera è organizzata secondo il modello detto a “mattoni e cemento”, ove i mattoni sono rappresentati dai corneociti, le cellule deputate a difendere la pelle dalle aggressioni esterne, e il cemento dalla sostanza intercellulare idrolipidica”.
Ed è proprio questa struttura a garantire il mantenimento della corretta idratazione cutanea.