Come far addormentare un neonato da solo?
Tracy Hogg nel 2004, ha scritto il libro “Il linguaggio segreto dei neonati” in cui offre preziosi consigli. La Hogg sostiene che i bebè hanno bisogno di imparare da soli ad addormentarsi e a sentirsi tranquilli, anche se il conforto dei genitori è sempre importante per uscire dalla difficoltà nel prendere sonno. Il bambino impara sempre dai comportamenti dei genitori: se il piccolo viene abituato a dormire in braccio, percepirà questa azione come “è così che ci si addormenta”.
Un metodo semplice ed efficace: Tracy Hogg ha ideato il metodo E.A.S.Y., acronimo di Eat, Activity, Sleep, You, basato sulla creazione di una routine fatta di fasi, che permette ai bambini di sentirsi confortati e rassicurati da situazioni prevedibili; un metodo basato sul rispetto del neonato, che ha come unico impedimento quello di non saper comunicare a parole i suoi bisogni.
Ogni gesto e segnale dunque va osservato e interpretato. Il metodo E.A.S.Y. permette al piccolo di sperimentare un senso di sicurezza derivante dalla ripetizione dei gesti e di lasciarsi andare alla fase successiva con più fiducia, sapendo già cosa accadrà.
Ad esempio, se ogni sera si decide di fare il bagnetto al bimbo prima della nanna, la ripetizione di questa attività, sera dopo sera, metterà a proprio agio il neonato che, verosimilmente, si abbandonerà al sonno più tranquillamente. L’importante è non sottovalutarne mai il pianto, unico modo di comunicare un disagio o un bisogno nelle sue prime settimane di vita.
Neonati e sonno: attenzione all’autonomia del piccolo
La necessità di autonomia del piccolo però, non deve essere tradotta in abbandono e dunque è controproducente lasciarlo piangere. Se ci si rende conto che l’unico modo per calmarlo è prenderlo in braccio, non dobbiamo pensare che farlo equivale a viziarlo.
Meglio cullarlo tra le braccia e per un po’ e poi rimetterlo nella culla e rimanergli accanto, facendo sentire la propria presenza.