Bambini: oltre 1 milione soffre d’insonnia

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

L’insonnia è un problema molto comune e anche i bambini non scampano a questa patologia, di cui soffre oltre un milione di loro. Come possiamo aiutarli?

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Ciondolano sonnolenti sui banchi, a volte diventano aggressivi senza un motivo, spesso non riescono a stare attenti o sono agitati in classe. I bambini che dormono poco e male si riconoscono non di rado proprio perché hanno disagi o disturbi del comportamento di giorno, a scuola e in famiglia.

E sono tantissimi: oltre un milione di piccoli fra 3 e 14 anni soffre di una forma d’insonnia, stando alle stime diffuse dai pediatri dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) durante il loro 1° Forum Internazionale che si svolge a Napoli da oggi, giovedì 25 fino a sabato 27 settembre.

Gli esperti sottolineano che nell’ultimo secolo i bimbi italiani hanno “perso” almeno un’ora di sonno e oggi la maggioranza dorme in media 40 minuti meno del dovuto, mentre il ciclo biologico giorno-notte andrebbe sempre rispettato.

A tal fine i pediatri hanno messo a punto le “regole dei cinque sensi” con cui favorire il sonno tramite vista, gusto, tatto, olfatto e udito, combattendo le brutte abitudini responsabili, in otto casi su dieci, delle difficoltà ad addormentarsi e dei risvegli notturni dei ragazzi.

Regole dei cinque sensi per combattere l’insonnia

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“Sono pochi i casi in cui l’insonnia e i disturbi del sonno sono conseguenza di vere e proprie patologie come l’asma, il reflusso, disturbi dell’orecchio o le apnee ostruttive, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare riguardano anche i più piccini (2-4% fra 2 e 8 anni) e dipendono spesso da anomalie delle prime vie aeree.

Nella maggioranza dei bambini la difficoltà ad addormentarsi e i risvegli notturni sono colpa di cattive abitudini durante la giornata: in oltre otto casi su dieci l’insonnia dipende da fattori psico-fisiologici legati all’organizzazione della giornata, alla molteplicità di stimoli che si trovano intorno e alla routine data dai genitori, a cominciare dalla pessima abitudine di costringere i figli a seguirli nei locali e nei ristoranti fino a mezzanotte.

Se si decide di avere un figlio si deve anche mettere in conto qualche rinuncia per il loro benessere. Il loro diritto al riposo deve essere messo al primo posto. I bambini fra i tre e i cinque anni dovrebbero dormire almeno dalle 11 alle 13 ore, per poi arrivare a 9-10 ore dai 6 ai 10 anni e almeno 8-9 ore dagli 11 ai 13 anni: in realtà oggi non accade, e la maggioranza “perde” almeno 40 minuti del monte ore necessario ad affrontare al meglio la giornata a scuola”

osserva Giuseppe Mele, presidente Paidòss.

Serenità notturna: le regole dello specialista

Vista

La vista ispira la regola che raccomanda di spegnere tablet, TV e computer almeno un’ora prima di andare a letto, entro le otto di sera. Entrare sotto le coperte dopo le nove fa sì che i bimbi impieghino molto più tempo per addormentarsi e si sveglino più spesso di notte.

Inoltre, la luce dei dispositivi elettronici altera la produzione di melatonina, l’ormone che favorisce il riposo, ‘sballando’ il ritmo sonno-veglia di bambini e ragazzini.

“Per questo è opportuno iniziare fin dall’ora di cena a ridurre l’esposizione a luci molto intense. Sì a tende e schermature per la luce esterna e a una lampada che possa essere regolata così da illuminare la stanza da letto dei bambini in modo soft, per aiutare i piccoli che hanno paura del buio ad addormentarsi in presenza di una luce molto fioca

consiglia Mele.

Gusto

“Il gusto è altrettanto utile a favorire il sonno dei bambini: una cena pesante e ricca di grassi, magarti consumata tardi, dopo le 20, ostacola il riposo, per cui è meglio non offrire ai piccoli cibi fritti o molto pesanti alla sera, preferendo piuttosto alimenti che contengono triptofano, un mediatore che stimola la produzione di serotonina importante per il relax.

Ne abbondano, ad esempio, pollo e tacchino, uova, pesce; per rendere il triptofano ancora più disponibile per il cervello, inoltre, servono i carboidrati, meglio ancora se integrali. Una bella tazza di latte tiepido alla sera, prima di dormire, è un altro ottimo mezzo per favorire il riposo perché pure latte e yogurt sono importanti fonti di questa preziosa sostanza”.

Tatto

La “regola del tatto” consiglia di mantenere nella camera dei bambini una temperatura fresca, attorno ai 18 gradi: troppo caldo infatti altera la termoregolazione e impedisce un buon riposo.

Altrettanto utile scegliere un pigiama in cotone traspirante, un po’ più pesante per l’inverno ma senza esagerare: l’obiettivo è non sudare a letto, altrimenti sarà ancora più probabile che il piccolo scalci via le coperte e dorma male.

Olfatto

“I materiali di letto e coperte sono importanti anche per la ‘regola dell’olfatto’. Lenzuola di cotone fresche e cambiate di frequente favoriscono il riposo, a maggior ragione se odorano di lavanda: sappiamo infatti che questa fragranza riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, perciò può aiutare a rilassarsi prima del sonno.

L’aria che si respira in camera da letto, poi, è fondamentale per i piccoli allergici e asmatici: se c’è polvere o si scelgono tessuti che non sono anallergici e diventano un ricettacolo di acari, inevitabilmente il riposo del bambino sarà compromesso da starnuti e fastidi dovuti all’ipersensibilità”.

Udito

 “Una camera silenziosa è essenziale per prendere sonno e almeno 30 minuti prima di mettere a letto i bimbi la casa dovrebbe scivolare nel silenzio, riempiendosi soltanto di suoni gradevoli come una musica rilassante. Se si vive in una zona molto rumorosa e trafficata, può essere una buona idea utilizzare il cosiddetto ‘rumore bianco’ che si può produrre con una macchina apposita o più semplicemente con un ventilatore o un purificatore d’aria elettrico.

Si tratta in sostanza di un rumore di fondo che con la sua omogeneità e continuità aiuta il cervello a non sentire altri suoni, riducendo perciò il fastidio degli eventuali rumori improvvisi dall’esterno e il rischio di risvegli notturni

conclude il presidente Paidòss.