Bambini: consigli per pappe perfette

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

Per esaltare il gusto di una pietanza è nostra abitudine quella di ricorrere all’uso del sale. Senza rendercene conto ne usiamo dosi decisamente superiori al nostro fabbisogno. Ricadiamo in questa cattiva abitudine anche quando prepariamo le pappe dei bambini, in quanto, nel condire l’alimento ci regoliamo in base al nostro gusto personale, sottovalutando che i neonati hanno un senso del gusto decisamente diverso dal nostro.

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Almeno fino al secondo anno di vita il bambino dovrebbe essere nutrito con alimenti privi di sale, soprattutto perché non si dovrebbe sovraccaricare di lavoro i reni, che non sono completamente ben sviluppati e, quindi, non ancora del tutto capaci di eliminarlo.

L’assenza di questo esaltatore di sapidità nelle pappe permetterà al bimbo di crescere senza alcuna dipendenza dai cibi salati, verrà educato al gusto e imparerà a distinguere e riconoscere i diversi ed autentici sapori; inoltre, rappresenterà anche un’ottima arma di prevenzione nei confronti di alcune patologie.

Il sodio contenuto nel sale è importante per il mantenimento del nostro stato di salute, in quanto svolge diverse funzioni: partecipa all’equilibrio acido-base; alla regolazione dell’eccitabilità muscolare; alla regolazione del bilancio idrico; al mantenimento della pressione osmotica dei liquidi corporei. Il problema nasce nel momento in cui si eccede nell’assunzione.

Sale: perché non bisogna abusarne

Sale, Condimento

Un recente studio condotto a Philadelphia e pubblicato sull’American Journal of Clinical ha spiegato l’importanza di non somministrare cibi salati, soprattutto nei primi anni di vita.

La ricerca si è basata sulla somministrazione di acqua contenente concentrazioni diverse di sale a un gruppo di sessanta neonati. Parallelamente, sono state annotate le scelte alimentari seguite dai genitori per l’alimentazione dei propri bambini durante i mesi di svolgimento della ricerca.

In questa prima parte dell’indagine si è osservato come i neonati non preferivano le soluzioni salate e, addirittura, rifiutavano quelle con maggiori concentrazioni saline.

Lo stesso esperimento è stato ripetuto quando i bambini aveva raggiunto i 6 mesi di vita. I risultati questa volta sono stati diversi: i bambini nella cui alimentazione era stato aggiunto il sale e che, inoltre, facevano uso di pane, cracker e cereali, gradivano l’acqua addizionata di sale che gli era stata proposta.

I pochi bambini che invece continuavano a rifiutare l’acqua salata erano quelli che mangiavano più frutta sia a merenda che a colazione rispetto agli altri. Non dobbiamo dimenticare come tutti gli alimenti apportano naturalmente sale nell’organismo, quindi, l’aggiunta è superflua.

Se a questa dose aggiungiamo quella che assumiamo mangiando soprattutto alimenti già pronti, specialmente a base di cereali come zuppe e minestre, noteremo che la quantità di sale assunto è decisamente superiore al nostro fabbisogno e alla capacità dei reni di eliminarlo giornalmente.

In media, in condizioni normali, i reni eliminano da 0,1 a 0,6 g di sodio al giorno. Sono anche numerosi gli studi che hanno dimostrato che l’uso eccessivo di sale crea una vera e propria dipendenza simile a quella data dall’uso di una droga.

Questa condizione porta inevitabilmente all’abuso nel consumo, aumentando il rischio di insorgenza di patologie renali e dell’apparato cardiocircolatorio.

Sale: come sostituirlo

Woman adds salt into uncooked meat pieces on blue background

Un ottimo trucco che può aiutarci ad usare meno sale è quello di ricorrere all’uso di erbe aromatiche e spezie. In particolare, le erbe aromatiche possono essere usate dopo il primo anno di vita, le spezie a partire dal secondo anno, ma entrambe devono essere somministrate a piccole dosi.

Oltre a stimolare il nostro gusto ed olfatto, le erbe aromatiche e le spezie hanno un importante ruolo nutrizionale, in quanto ricche di principi nutritivi, in particolare vitamine e minerali. Aromatizzare i cibi è una vera e propria arte: il corretto abbinamento tra cibi ed erbe aromatiche permette di valorizzare dal punto di vista nutrizionale ciò che stiamo mangiando.

Spezie come lo zenzero stimolano la secrezione di succhi gastrici, favorendo in particolare la digestione proteica; i chiodi di garofano alleviano i dolori ai denti; il timo è utile in caso di tosse e raffreddore; l’anice ha un effetto antispasmodico e digestivo.

Erbe aromatiche come basilico, rosmarino ed origano stimolano l’attività pancreatica ed epatica, necessarie per la digestione; la maggiorana è antifermentativa.

Oltre alla loro importante azione medicamentosa, gli aromi e le spezie sono dei naturali esaltatori di gusto, aumentano infatti la palatabilità, ecco perché alcune di essi si adattano maggiormente ad alcuni cibi rispetto ad altri: il ginepro e lo zenzero, ad esempio, sono adatti alle zuppe e alle minestre; cannella e vaniglia per i dolci (ci eviteranno l’uso dello zucchero); la menta, per il suo gusto fresco, si adatta alla preparazione di verdure grigliate, ma anche di gelati, semifreddi alla frutta; timo, rosmarino ed origano si adattano ai piatti a base di carne e di pesce.

Occorre quindi seguire una dieta varia, non solo per quanto riguarda il tipo di alimento, ma anche in base alla diversità di gusto e sapore. Cambiare le nostre abitudini non è facile, ma è l’unico comportamento che avrà certamente un risvolto positivo non solo sulla nostra salute ma soprattutto su quella dei più piccoli.