Bambini e cistite: come intervenire
Mamma pipì, mamma pipì… Un vero tormentone. «Se si lamenta così, facilmente il tuo bambino ha la cistite, un’infezione delle vie urinarie caratterizzata proprio da un continuo e incontenibile stimolo a correre in bagno», dice la dottoressa Valentina Pecorari, medico Chirurgo specialista in Urologia all’Ospedale Santa Chiara di Trento.
«Di regola le IVU (infezioni alle vie urinarie) sono causate da batteri presenti nella flora batterica intestinale, il più comune è l’Escherichia coli». In genere, questi microrganismi penetrano attraverso l’apparato urinario perché il bambino si lava in modo scorretto, per esempio passa le mani dal sederino alla zona-pipì.
Ma altre cause possono essere anomalie nella struttura dell’apparato o utilizzo di saponi che irritano l’uretra e la predispongono alla colonizzazione batterica.
Le bimbe sono più soggette: Le femminucce hanno il canale della pipì più corto e vicino all’ano perciò soffrono maggiormente di questo disturbo. Nei maschietti, i sintomi di irritazione locale causano, oltre al continuo bisogno di far pipì, un terribile prurito che li spinge a grattarsi “lì” di continuo.
Come facciamo a capire l’impatto di queste emozioni dei nostri figli? Soprattutto in caso di un incidente?
Capire le emozioni è fondamentale
Un tempo, le emozioni di base erano quantificate in sei: felicità, tristezza, paura, rabbia, sorpresa e disgusto, tutte facilmente individuabili dalle diverse espressione riportate dal volto.
Ora, pare che queste non siano più così precisamente decifrabili: i visi “algidi” renderebbero più difficile rivelare i reali sentimenti provati da una persona. La causa, secondo alcuni ricercatori dell’Università di Glasgow, deriverebbe dai continui flussi migratori responsabili, a detta degli scienziati, di aver rimescolato i 42 muscoli facciali con cui si esprimono le emozioni, alterando le forme e le varietà delle stesse espressioni.
Lo studio, pubblicato su Current Biology, ha evidenziato come sentimenti di rabbia e disgusto si confondano tra loro, così come la paura e la sorpresa, riducendo di conseguenza a quattro il numero delle emozioni espresse dal viso.
Anche il tuo bambino, se sai leggerlo, è un libro aperto e puoi captare le sue emozioni ed evitare di fargli vivere un forte disagio.