Adolescenti: come riconoscere i bulli
Con la consulenza della dottoressa Terry Bruno, psicoterapeuta, capiamo come riuscire a scoprire se i nostri figli sono i bulli da cui gli altri vanno difesi o le vittime dei più prepotenti. Ecco i consigli dell’esperto…
Il bullismo è un fenomeno che, come evidenzia l’ultimo rapporto dell’Istat è sempre più dilagante. Secondo quanto fotografa il documento “Bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi”, circa il 50% degli under 18 ha subito una violenza.
Ma a preoccupare ancora di più, è la segnalazione dell’aumento anche del cyberbullismo, soprattutto tra le ragazze.
“Minacce, prese in giro, frasi intimidatorie, ma anche spintoni e qualche schiaffo: anche le ragazze sono capaci di praticare un bullismo violento e soprattutto molto tagliente sul piano psicologico. L’obiettivo delle bulle è quello di prevaricare con l’intenzione di fare del male. Possono essere incluse nel bullismo femminile tutte quelle forme di prepotenza tra pari che utilizzano modalità sofisticate di aggressività: la derisione costante, il parlare alle spalle, la diffusione di racconti non veri talvolta diffusi anche su Internet e cellulari”
spiega la dottoressa Terry Bruno. Generalmente gli episodi si verificano in momenti in cui l’insegnante, l’istruttore sportivo o qualsiasi altro adulto non è presente.
L’omertà e la vergogna fanno sì che si crei un alone di silenzio intorno a tale fenomeno e questo non fa altro che alimentarlo. La bulla ha in genere atteggiamenti un po’ strafottenti, arroganti, visibili anche nella relazione con i genitori, rileva uno studio dell’Università Cattolica di Milano.
Ci sono situazioni in cui a casa le ragazze hanno un comportamento normale, mentre fuori manifestano una personalità diversa, più aggressiva e spregiudicata. In questo caso i genitori devono porre attenzione ai cambiamenti di abitudini e a cose che sono sfuggite al loro controllo.
Chi sono le vittime
Le bulle prendono di mira coetanee e compagne di classe timide, con scarsa autostima, con difficoltà a inserirsi nel gruppo e che manifestano desiderio di protezione. Le caratteristiche fondamentali che accomunano le vittime sono due:
1. Incapacità di contrastare gli attacchi con gli stessi mezzi, ossia intimidazioni e insulti.
2. L’abitudine a gestire i conflitti attraverso il dialogo e il confronto.
Se le violenze e le prevaricazioni proseguono, la vittima potrà avere problematiche molto evidenti: comportamenti autolesionisti o ricorrere a droghe e alcol.
Riconoscere il bullo
Il bullismo è abuso di potere, desiderio di sopraffazione. Spesso la bulla è una ragazza dal carattere impulsivo alla disperata ricerca di gratificazioni immediate che si possono sintetizzare con la frase: “voglio tutto e subito”.
La sua principale caratteristica è di non riuscire a esercitare un adeguato controllo delle sue emozioni. Dal punto di vista familiare, secondo uno studio condotto dall’Istituto Federale Universitario di Lugano, queste ragazze sono cresciute in un ambiente dove era difficile esprimere i propri sentimenti di rabbia e frustrazione, oppure dove si dava valore alla violenza e alla capacità di dominare gli altri anche utilizzando l’aggressività.
Ma si può scegliere la strada del bullismo anche per noia, per vivere nuove emozioni, per emulare una compagna di scuola; per proiettare all’esterno la sofferenza e la conflittualità classiche del periodo adolescenziale.
I campanelli d’allarme
E se la bulla fosse nostra figlia? Per capirlo, occorre prestare attenzione ad alcuni comportamenti-spia.
- Questo genere di ragazze tende a reagire con comportamenti sprezzanti, per esempio urlando e avendo manifestazioni violente durante rimproveri o litigi.
- In genere, non hanno alcun rispetto per le regole, il loro rendimento scolastico è scarsissimo, sono arroganti con i professori, non tollerano alcuna frustrazione (un brutto voto, un rimprovero), non sono consapevoli delle possibili conseguenze dei loro gesti.
- Si vantano di effettuare umiliazioni, intimidazioni e minacce; possono portare a casa oggetti diversi dal solito e non di loro normale proprietà (libri, telefonini, danaro, o altro).
In tutti i casi, la bulla va per prima cosa messa di fronte alle conseguenze emotive che cosa prova la vittima.