Pillola rosa: cos’è e gli effetti positivi
Con la collaborazione della dottoressa Roberta Rossi, presidente Federazione Italiana di Sessuologia scientifica (FISS) e psicoterapeuta sessuologa, e del professor Salvo Caruso, ginecologo docente dell’Università di Catania e past president FISS, scopriamo pregi e difetti del “viagra femminile”.
Il via libera è arrivato a metà agosto: il ‘viagra rosa’ può essere venduto. Ma non scaldiamoci troppo, perché il via libera al medicinale che stimola il desiderio sessuale nelle donne è solo per il mercato statunitense.
In Italia, dell’autorizzazione ad Addyi (questo il nome del farmaco) ancora non se ne parla, anche se il dibattito su rischi e vantaggi si è scatenato anche qui.
Nemmeno lontano parente del viagra
Per gli addetti al marketing della Sprout Pharmaceuticals, l’azienda che ha ricevuto l’ok dalla Food and Drug Administration (agenzia del farmaco americana), è stato come cavalcare un’onda di successo: spacciare il nuovo medicinale come la versione rosa del viagra.
Ma fra i due sono poche le cose in comune. In primo luogo, la nuova molecola, la flibanserina,
“agisce a livello centrale, interviene sul nostro cervello per un maggior rilascio della serotonina e altre molecole con un’azione positiva sul desiderio sessuale femminile”.
spiega la dottoressa Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa. Ancora più chiara l’immagine che offre il professor Salvo Caruso, ginecologo:
“il viagra agisce sull’eccitazione, in periferia la flibanserina invece sul desiderio, al centro. Il viagra agisce sui disturbi dell’erezione. La flibanserina invece è un farmaco antidepressivo che corregge lo squilibrio dei livelli di neurotrasmettitori che influenzano il desiderio. Più in particolare, la flibanserina aumenta la dopamina e la noradrenalina, entrambi promotori dell’eccitazione sessuale, e diminuisce la serotonina, responsabile dell’inibizione sessuale”.
Altra differenza importante è la modalità di assunzione. L’Addyi deve essere preso “per un periodo di tempo medio lungo. Il viagra, invece, in un’unica soluzione al momento o poco prima del rapporto sessuale”.
Calo del desiderio
Dagli studi più recenti emerge che circa il 25% delle donne soffre del calo del desiderio. Per queste la soluzione è stata fino ad oggi affidata alla terapia di sostituzione degli androgeni sotto controllo medico. La flibanserina non andrà a sostituire queste terapie.
“Fisiologicamente, durante il periodo ovulatorio, quando i livelli di testosterone aumentano, la donna avverte maggior desiderio. Probabilmente la flibanserina verrà prescritta per le giovani donne, in cui i livelli di testosterone solitamente sono normali. Per quelle donne con insufficiente produzione di androgeni o per le donne in post menopausa le cose potrebbero cambiare. Non è da escludere che avranno bisogno di un pre-trattamento con androgeni”.
spiega Caruso.
Gli effetti positivi
Come funziona questa nuova pillola? È un vero e proprio trattamento che ha dimostrato di migliorare il desiderio sessuale e di diminuire lo stress legato allo scarso desiderio del periodo pre e post menopausa.
Per la prescrizione vanno fatte delle premesse.
“È necessario condurre un buon counselling per capire i motivi per cui è comparsa una depressione del desiderio. Pertanto è essenziale escludere tutte quelle cause che promuovono l’insorgenza di desiderio ipoattivo, come una conflittualità di coppia, o processi biologici che promuovono dolore genitale (endometriosi)”.
Non dobbiamo quindi pensare che sia una panacea per tutti i disturbi sessuali femminili.
“Se veicolata bene con il giusto counselling, penso possa avere un buon riscontro tra la popolazione femminile, in fondo si tratta di un primo farmaco specifico per la sessualità rivolto alle donne”.
Rischi da tenere alla larga
La flibanserina ha avuto un percorso non facile. Nasce come antidepressivo ma poi si è capito che con questa finalità i risultati erano troppo blandi. Quindi si è pensato di riciclarlo come stimolatore della sessualità delle donne.
Gli effetti collaterali riscontrati però hanno costretto l’agenzia americana per il farmaco a bocciarlo nel 2010. Si trattava di vertigini, nausea, vomito, stanchezza e sonnolenza,
“tipici di un farmaco ad azione centrale“, ricorda il professor Caruso. “Dagli studi risulta che per questi eventi il 10% delle donne ha sospeso l’assunzione”.
Ora sembra che la ricetta giusta sia stata trovata, vista l’autorizzazione raggiunta. Ma come per la pillola blu per antonomasia anche questo nuovo farmaco dovrà essere prescritto sotto controllo medico.