Superstizioni: come ci condizionano?
A cura del dott. Marco Lombardozzi, medico, psicoterapeuta, omeopata, psicopatologo forense www.lombardozzi.it, abbiamo analizzato l’influenza delle superstizioni e come queste influiscono sulla vita di tutti i giorni.
La superstizione è la credenza che attribuisce a un gesto, o a qualsiasi atto in generale, il potere misterioso e irrazionale di favorire un evento positivo o di scongiurarne uno negativo.
Non conosce distinzione né di razze né di luoghi ed è presente in tutte le popolazioni del mondo, sia pur con modelli differenti. Un gruppo di ricercatori di università americane e australiane, guidato da Stephan Lewandowsky della University of West Australia, e pubblicato da poco sulla rivista Psychological Science, sostiene che il fenomeno della superstizione nascerebbe dal fatto che le informazioni che riceviamo acquistano un potere e s’impossessano di noi senza poterle modificare, quindi condizionano comportamenti e scelte, anche se razionalmente riconosciamo che non sono credibili.
C’è da dire, però, che non tutte le persone sono superstiziose e non tutte lo sono a livelli parossistici, quindi è possibile che ci sia una predisposizione anche individuale. Ma quando diventano intense e ossessive possono addirittura danneggiare, sono in grado di diventare una malattia e, come tale, produrre sofferenza in chi ne è afflitto. Vediamo come possiamo difenderci da questo disturbo.
Superstizioni: frutto della fantasia o no?
L’elemento base della superstizione è la ritualizzazione, che vuol dire ripetere gesti e comportamenti quale auspicio a scongiurare un pericolo o al verificarsi di un evento desiderato. Tra i più noti nella nostra cultura: toccarsi i genitali per esorcizzare un pericolo; toccare legno o ferro per augurarsi una buona sorte; passare il sale senza toccarsi. Tutti gesti che sono comunemente compiuti ogni giorno da tantissime persone che in questo modo, senza averne consapevolezza, alimentano dentro di loro il potere “magico” di un gesto, senza aver mai avuto conferma della validità
La superstizione ci rimanda a un aspetto infantile della mente umana e al suo modo di valutare la realtà: il mondo incantato dell’infanzia in cui tutto è possibile con l’immaginazione. Il bambino immagina di poter volare o di sconfiggere mostri con il solo sguardo, scollandosi dal dato di realtà. La stessa cosa la fa il superstizioso: immagina che un gatto nero possa procurargli sciagura oppure che toccandosi i genitali scongiurerà un evento maligno.
È chiaro che anche in questo caso la persona crede in ciò che immagina e ciò che immagina non è affatto aderente alla realtà. Chi, però, non vuole cadere in questa prigione della mente, ricordi che l’immaginazione è una cosa molto bella, ma attenti a che non porti a vivere permanentemente come in un sogno. Perché se si vive sempre in un sogno, prima o poi arriverà l’incubo.