Conflitti: cosa sono e come gestirli

Le situazioni conflittuali sono sicuramente spiacevoli, ma chi dice che debbano necessariamente essere dannose? Possiamo infatti imparare a gestirle in maniera sana, affrontandole e non evitandole, trovando ricchezza nella diversità con l’altro e cercando di non commettere l’errore di produrre un scontro improduttivo, fine a se stesso.

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A cura di Alessandro Cozzolino, Personal Life Coach.

Quante volte in un giorno, in una settimana, in un mese, in un anno, in tutta la nostra vita, ci imbattiamo in situazioni decisamente poco piacevoli che definiamo conflittuali? Sicuramente tante, troppe.

Le situazioni conflittuali fanno dunque parte della nostra quotidianità. Il segreto non sta nel cercare di evitarle a tutti i costi: sarebbe un inutile dispendio di preziose energie, in quanto è ovvio che non è possibile essere d’accordo sempre con qualcuno, per quanto lo si stimi o lo si ami. Il punto sta nel riconoscere la diversità di idee, azioni, modi di essere dell’altro, che si tratti del partner, di un collega o dei nostri amici e superare il conflitto senza lasciarlo irrisolto o provare inutili risentimenti.

Troppo spesso le situazioni di conflitto con l’altro non vengono risolte perché l’ego tende a prendere il sopravvento, portandoci a restare fermi nelle nostre posizioni per “tenere il punto”, senza considerare che la diversità è la più grande ricchezza che caratterizza le interazioni sociali, senza di essa saremmo sempre fermi e uguali a noi stessi.

Cos’è in realtà un conflitto?

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In sociologia, il conflitto è quel particolare tipo di interazione sociale in cui uno o più soggetti coinvolti sperimentano un’incompatibilità negli scopi o nei comportamenti. Secondo la psicologia, invece, il conflitto può essere definito come la presenza nel comportamento di un individuo di assetti motivazionali in contrasto con la mèta che questi desidera raggiungere. Nel coaching, la disciplina volta ad “allenare la mente” a pensare – e quindi ad agire – in maniera più efficace, un conflitto altro non è che un bisogno del cuore non ascoltato, ignorato.

I conflitti – a prescindere dalla definizione che scegliamo di dar loro – rappresentano una parte “normale” di ogni relazione salutare, sia questa di tipo sentimentale ma anche professionale, personale, familiare e via discorrendo. Forse, più che normale, occorrerebbe dire “imprescindibile”.

Dopotutto, è altamente improbabile, se non addirittura impossibile, che due o più persone vadano d’accordo su tutto, sempre e comunque. Imparare a riconoscere e a superare le situazioni conflittuali (anziché evitarle) è senza dubbio oltremodo costruttivo, vantaggioso e benefico per tutte le parti coinvolte.

I conflitti nascono da differenze grandi o piccole, semplici o complesse tra gli interlocutori e si manifestano quando due o più persone non presentano motivazioni, percezioni, idee, valori o desideri in comune. Anziché accettare l’altro nella sua diversità, si tende per lo più a percepirlo come una minaccia o lo si etichetta come “irrispettoso” solo perché non è, non pensa, non parla, e non agisce come si vorrebbe.

Il punto è che ciascuno di noi – a modo suo – gradirebbe essere sempre e comunque assecondato, compreso, supportato, coccolato…in una parola, amato. Tuttavia, pur volendo tutti la stessa cosa, finiamo spesso col creare, offrire e ottenere l’esatto contrario: astio, rancore, rabbia e – nei casi peggiori – vero e proprio odio.

Chiediti cosa vuoi: felicità o ragione?

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Alla luce di ciò, la prossima volta che avrai la sensazione che sta per scoppiare un conflitto, fermati a riflettere e chiediti: “Voglio essere felice oppure voglio aver ragione?”. Essere (felice) e avere (ragione) non sono sinonimi. Questo concetto, per noi occidentali ormai sempre più abituati al consumismo sfrenato persino nei rapporti umani, può non essere semplice da comprendere. Eppure è di importanza cruciale.

Sul lavoro, a casa, in famiglia, con gli amici, ma anche davanti allo specchio, scegli sempre di essere e agire sulla base di ciò che ti fa stare meglio, senza mai dimenticare che quando hai ragione è solo e soltanto il tuo ego a trarne vantaggio. Quando invece sei felice in maniera sana e non a discapito del prossimo, sono il tuo cuore, la tua anima e tutte le persone che ti vogliono davvero bene a gioire per te e insieme a te.

Pertanto, il mio invito è il seguente: metti da parte il tuo ego. Scegli di abbracciare l’altro, in senso metaforico e non. Accoglilo per quello che è, con le sue differenze e i suoi bisogni del cuore. Quando lo farai, scoprirai che in fondo non siete poi così diversi.