Sogni: perché non si ricordano?
Riuscire a ricordare ciò che si sogna durante la notte è un desiderio di tantissime persone. Ma esiste un metodo o una tecnica per riuscirci? Vediamolo insieme.
Perché alcuni sogni si ricordano e altri si dimenticano? È ancora un mistero. Però uno studio italiano, pubblicato in questa settimana sul Journal of Neuroscience (http://www.jneurosci.org/), ha individuato i meccanismi cerebrali che stanno alla base di questi procedimenti.
I ricercatori del dipartimento di Psicologia della Sapienza e dell’associazione Fatebenefratelli per la Ricerca, insieme a quelli delle università dell’Aquila e di Bologna, hanno dimostrato che solo se la corteccia cerebrale presenta oscillazioni elettriche lente durante la fase REM del sonno, le persone ricorderanno il sogno.
Perché non si ricordano i sogni?
È lo stesso meccanismo che funziona anche durante la veglia per la “memoria episodica”.
“Quando si chiede a una persona di ricordare fatti e situazioni apprese durante la giornata – spiega Luigi De Gennaro, coordinatore della ricerca – la presenza delle specifiche oscillazione elettriche nelle aree frontali rende possibile il ricordo. Se questo non accade, la memoria dell’evento sarà perduta per sempre”.
In sostanza, le stesse aree cerebrali e meccanismi neurofisiologici simili danno accesso a ricordi episodici, sia da svegli che durante il sonno.
“L’altro risultato interessante dello studio –aggiunge Luigi De Gennaro – è che conferma che il sogno non è limitato alle fasi REM, ma è presente in tutte le fasi del sonno. Abbiamo finalmente dimostrato come ricordiamo e come dimentichiamo. Il nostro compito di neuroscienziati è di capire i meccanismi, e lasciamo che psicoterapeuti e psicoanalisti si interroghino sul perché”.