Colpi di sonno: causa dell’aumento degli incidenti

Arianna Preciballe
  • Appassionata di Gossip e Tv
  • Laureata presso il NID - Nuovo Istituto Design

I casi di incidenti stradali dovuti a colpi di sonno purtroppo in Italia sono in aumento. Un recente ricerca, però, permetterà di individuare quanti di questi sono da attribuire alla OSAS, sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

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In questi giorni il governo italiano si appresta a recepire la direttiva europea n. 2014/85/UE con un decreto legge che dal 1 gennaio 2016 rivoluzionerà il mondo dei trasporti.

Intanto i ricercatori Dr. Sergio Garbarino (Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili – Università di Genova),  Dr. Antonio Sanna (Unità di Pneumologia Ospedale San Jacopo – Pistoia), e Alessio Pitidis, Marco Giustini e Franco Taggi  (Dipartimento Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore della Sanità Ministero della Salute), hanno pubblicato una ricerca dai risultati innovativi.

Ora, infatti,  per la prima volta al mondo, sarà possibile individuare tra tutti gli incidenti stradali documentati, la percentuale di quelli attribuibili agli autisti affetti dalla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

OSAS: una ricerca per capire quanti incidenti causa

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Da questo modello statistico (PAF), estremamente sofisticato e già da tempo utilizzato in medicina, deriva il calcolo del numero di morti ed infortuni evitabili, nonché quello dei costi sanitari, in particolare quelli dovuti ad infortunio.

Risultato? Se nell’anno 2014 gli incidenti stradali in Italia sono stati 248.000 con 3.300 morti e 174.000 feriti, applicando a tali dati i risultati dell’analisi, sono ben 17.360 gli incidenti stradali causa di 231 morti e 12.180 feriti provocati da autisti con OSAS.

Una vera e propria epidemia silente, da cui però si può guarire.

“La prevenzione e il trattamentoprecoce sono l’arma vincente che permette di migliorare la salute e la sicurezza dei cittadini spesso inconsapevoli di questa diffusissima malattia, permettendo inoltre di ridurre gli enormi costi socio-economici tali da incidere perfino sul nostro PIL .  I dati del nostro studio permettono finalmente di avere un’esatta dimensione del problema su cui costruire un’adeguata e concretastrategia preventiva”.

dichiara il Dr. Sergio Garbarino.