Coppie: cosa fare se il figlio non arriva?

Molte coppie dopo un determinato periodo iniziano a sentire il desiderio di “allargare” la famiglia. Ma se i bambini non arrivano scopriamo cosa poter fare.

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C’è il desiderio di “allargare” la famiglia, ma sono ormai trascorsi quasi due anni di tentativi e il bimbo non arriva. “Il primo passo da fare è quello di fissare un appuntamento dal ginecologo,” spiega Giovanni Menaldo, direttore dell’Istituto di medicina della riproduzione e psicosomatica di Torino.

“La visita è un po’ diversa da quelle abituali perché comprende anche un lungo colloquio. È importante non avere falsi pudori. Nel corso della conversazione infatti è fondamentale specificare da quanto tempo si hanno rapporti “non protetti”, e con quale regolarità avvengono nell’arco della settimana. In base alle informazioni raccolte, lo specialista imposta il piano delle indagini mediche da effettuare.”

Le cause più comuni

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Possono essere molte, da un blocco psicologico a un vero e proprio problema di infertilità. Oppure più semplicemente è una questione di età. È noto infatti che la capacità di procreare diminuisce fisiologicamente con il trascorrere degli anni.  Per dare un’idea, una coppia al massimo della capacità riproduttiva, tra i 20 e i 30 anni di età, ha il 30% di possibilità di concepire un bimbo durante il periodo di ovulazione della donna.

Questa percentuale si riduce con il trascorrere degli anni della compagna. A 30 anni scende al 25%, tra i 35 e i 40 anni è del 20% circa e scende al 10% oltre questa età. A giocare un ruolo è poi anche il numero dei rapporti sessuali. Per chi desidera un figlio sono ideali tre rapporti alla settimana. Un solo rapporto alla settimana infatti riduce del 50% le probabilità di avere una gravidanza.

“In ogni caso, anche il partner deve rivolgersi al medico, che nel suo caso è l’andrologo,” aggiunge il professor Menaldo. “Anche per lui la visita comprende un lungo colloquio. Serve per ricostruire la storia clinica, cioè le malattie avute ed eventuali problemi legati agli organi sessuali. È indispensabile poi eseguire indagini più approfondite per scoprire l’eventuale problema.”