Che cos’è la vasectomia: come si fa e cosa comporta
Qualche tempo fa il calciatore Ronaldo ha dichiarato di essersi sottoposto a un intervento di vasectomia, affermando di essere soddisfatto della sua prole attuale (quattro figli). E se poi se ne pentisse, come fece Pelè? Facciamo un po’ di chiarezza.
“L’intervento di vasectomia è reversibile, ossia si può ripristinare la continuità dei deferenti (vaso-vasostomia microchirurgica) rimettendoli in asse, ma non si può avere la certezza di ottenere il liquido seminale che si aveva prima dell’intervento”
spiega il professor Giorgio Piubello, segretario della Società italiana di andrologia.
“In linea di massima, dopo la ricanalizzazione il liquido seminale è inferiore del 30% rispetto a prima dell’intervento. È consigliabile, quindi, congelare un campione del proprio sperma prima di sottoporsi all’operazione, anche se normalmente chi la esegue ha già avuto due o più figli”.
Un intervento in aumento, ma solo all’estero
La vasectomia è una tecnica di contraccezione maschile in aumento, poco invasiva e di rapida esecuzione. Le stime parlano di 42-60 milioni di uomini sterilizzati e del 5% delle coppie che l’hanno scelto come metodo di controllo delle nascite.
Ma in Italia i numeri di chi la esegue sono bassissimi. Il motivo? Prima del 1978 vigeva una legge che vietava la sterilizzazione e chi la effettuava si rendeva colpevole di “lesioni personali”. Il divieto è stato abrogato nel 1978, ma non esiste tuttora una legislazione ad hoc, anche se la legittimità della vasectomia è stata sancita da numerose sentenze.
Virilità salvaguardata
L’intervento di vasectomia in Italia continua ad essere percepito, soprattutto da chi non ne conosce le modalità, come un atto lesivo della virilità o come una “mutilazione chirurgica” in seguito alla quale non è più consentita una sessualità normale ed appagante.
“Con l’intervento, invece, non si verificano cambiamenti nel desiderio e nel modo di vivere il piacere e l’erezione resta immutata. L’intervento, infatti, non incide su queste condizioni, ma solo sul passaggio degli spermatozoi. Inoltre, è l’unico metodo contraccettivo maschile sicuro al 100% da gravidanze indesiderate (ma non dalle malattie sessualmente trasmissibili, per cui è d’obbligo utilizzare il profilattico)”
afferma il professor Piubello.
Come si interviene?
La vasectomia oggi è un intervento semplice della durata di mezz’ora. Consiste nella chiusura dei dotti deferenti (i tubicini che si trovano in ciascun testicolo e che trasportano gli spermatozoi) per impedire agli spermatozoi di raggiungere lo sperma e fuoriuscire all’esterno.
Grazie all’applicazione di nuove tecniche chirurgiche, l’operazione viene effettuata in anestesia locale (scroto-inguinale) senza incisioni significative, con solo due taglietti di due centimetri circa da ogni parte dello scroto (destra e sinistra) per estrarre il dotto deferente che viene reciso e “disassato” (deviato dall’asse).
A volte viene anche asportato un piccolo tratto del dotto deferente per evitare che si ricostituiscano le cellule e si ripristini il trasporto, come è successo in alcuni casi, seppur rari. In questo modo l’efficacia della sterilizzazione è totale.
Dopo un’ora dall’intervento, si può tornare a casa e riprendere il lavoro il giorno successivo se non si tratta di un’attività fisicamente faticosa.
Il fastidio è soggettivo, ma in genere non dura più di due giorni e si tratta con analgesici comuni. Si consiglia di indossare un sostenitore scrotale per 3- 4 giorni dopo l’operazione. Dopo una settimana è possibile riprendere la normale attività quotidiana.
È anche possibile ricominciare l’attività sessuale, osservando però alcune precauzioni, infatti “la vasectomia porta alla sterilità dopo circa 90 giorni dall’operazione”.
“I dotti in questo lasso di tempo devono ‘svuotarsi’ del tutto. Per questo, prima di avere rapporti non protetti è bene eseguire un esame sul liquido seminale per avere la certezza dell’avvenuta sterilizzazione”.