Succo di Noni: proprietà e benefici
Il Noni, frutto tipico dell’Asia, è un frutto che di recente si è fatto conoscere per le sue innovative proprietà. Sembra, infatti, che il suo succo possa aiutare nella cura e la prevenzione di diverse malattie!
Sempre più frequentemente ci capita di imbatterci in nuovi elisir dalle proprietà rigeneranti e terapeutiche. Il dubbio che, nonostante gli strombazzati effetti positivi, ci si ritrovi ad avere a che fare con un qualcosa che è poco più di un buon succo di frutta è sempre presente.
E proprio per questo è necessario sempre e comunque conoscere quello che si assume, al fine di non ritrovarsi delusi dalle aspettative che una certa forma di pubblicità genera nella gente.
Dopo tanto parlare di Aloe e Papaya, di cui ormai tutto o quasi si conosce a riguardo, stavolta a balzare all’onore delle cronache come nuovo elisir di lunga vita, giovinezza e quant’altro, tocca al succo di Noni.
Succo di Noni: che cos’è?
La Morinda Citrifolia, nome scientifico del Noni, è un arbusto o albero sempreverde alto fino a 6 metri, originaria delle zone temperato-calde del sud est asiatico ma ormai coltivata in molti paesi della fascia tropicale, il cui frutto, giallo o verde, di forma ovale, costituisce la parte maggiormente dotata di proprietà nutraceutiche.
Nelle regioni indigene il noni è utilizzato praticamente da sempre. In particolare nella medicina tradizionale polinesiana, dove pare sia stato portato proprio dalla migrazione di popolazioni dal sud-est asiatico.
Qui si diffuse presto l’uso di questa pianta come rimedio praticamente universale: dall’asma alle infezioni dalle emicranie alle malattie cutanee, ogni patologia veniva curata col noni, che divenne una sorta di erba sacra.
Il noni inizia ad esser conosciuto in occidente all’epoca delle esplorazioni di James Cook, che cita il frutto di noni tra quelli utilizzati a scopo alimentare dagli indigeni polinesiani.
Noni: uso e proprietà del frutto “magico”
Malgrado altre citazioni degli effetti terapeutici di questa pianta nei secoli successivi è solo dalla seconda metà del secolo scorso che l’interesse per il noni ha assunto maggiore rilevanza.
Questo si deve principalmente al lavoro del biochimico americano Ralph Heinicke, che svolse la sua attività di ricercatore alle Hawaii dai primi anni 50 sino alla metà degli anni 80.
Egli scoprì un alcaloide, fisiologicamente prodotto dall’uomo, chiamato xeronina, capace di controllare la corretta funzionalità di tutta una serie di enzimi del nostro organismo e suppose che, una bassa concentrazione di questa sostanza, potesse provocare un peggioramento dello stato di funzionalità delle cellule.
Heinicke, inoltre, si impegnò a lungo nella ricerca di precursori di questo alcaloide e in particolare nella ricerca di questi precursori negli alimenti, fino a trovarlo, quasi casualmente, proprio nel frutto del Noni.
Inoltre vide che le quantità di proxeronina, questo il nome del precursore, erano di gran lunga maggiori nel succo che nel frutto intero o in altri alimenti come l’ananas in cui l’alcaloide risulta presente.
La proxeronina, attivata nell’organismo da un enzima chiamato Proxeronase, porterebbe poi alla formazione di xeronina attraverso l’interazione con la serotonina.
Oltre alla xeronina, a conferire ulteriori proprietà al succo di noni, contribuiscono altre sostanze come scopolamina, damnacantale, vitamina C e selenio.
Per cui al noni si possono attribuire diversi effetti: dall’azione immunostimolante a quella antimicrobica, passando per quella antalgica e antiossidante fino a quella antistress; insomma, sembra proprio che il succo di noni sia la panacea di tutti i mali!
Attenzione ai falsi miti sui Noni
Ma andiamoci piano prima di dare tutto ciò per scontato. Allo stato attuale non esiste una documentazione scientifica sufficiente ad attribuire al succo di noni delle qualità superiori a quelle di altri succhi di frutto.
Questo anche alla luce anche della determinazione del Comitato Scientifico per i Prodotti Alimentari della Comunità Europea che, pur rilasciando parere favorevole all’utilizzo del noni, ha rilevato che non ci sono prove di effetti benefici maggiori rispetto ad altri succhi.
Tuttavia è anche vero che è sempre più frequente l’inserimento dell’estratto del succo di noni nella preparazione, assieme ad altri principi naturali, di integratori utilizzati prevalentemente come immunostimolanti e per il trattamento delle cistiti.
Né panacea né bufala dunque… il succo polinesiano rappresenta semplicemente un’ulteriore arma a nostra disposizione: usata con buonsenso può risultare un ottimo aiuto nella nostra battaglia quotidiana alla conquista del benessere!