Stalking: come denunciare e affrontare lo stalker

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Il fenomeno dello stalking è in aumento e colpisce soprattutto le donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, alcuni tipi di persecuzioni, quali ad esempio quelle legate al risentimento o alla paura di perdere la relazione, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni. Ecco come riconoscere uno stalker e come affrontarlo.

STALKER

Il persecutore o stalker può essere un estraneo, come accade nel caso di personaggi famosi, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-compagno o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito.

Cambiamenti nella personalità della vittima

STALKER

L’essere stata vittima di stalking può produrre sostanziali cambiamenti negativi della personalità; in particolare, quelli descritti con maggiore frequenza sono: l’aumento della prudenza, della sospettosità, dell’ansia e dell’aggressività fino ad arrivare al disturbo post-traumatico da stress.

Per disturbo post-traumatico da stress si intende un complesso di sintomi conseguenti a un evento traumatico di particolare rilevanza. Per esempio: rivivere il trauma sotto forma di pensieri, ricordi e sogni ricorrenti, oppure iper-reattivita fisiologica, che si manifesta con un aumentato stato di allerta.

L’intensità dei sintomi post-traumatici provocati dallo stalking è paragonabile ai livelli riscontrati nelle vittime di altri eventi traumatici, come incidenti stradali o rapine in banca.

Rivolgersi a uno specialista

PSICOLOGO

Secondo la dottoressa Stefania Matteazzi, esperta in psicologia giuridica e psicodiagnostica, consulente del tribunale di Roma, “In seguito al trauma, lo stato d’animo della vittima di stalking potrebbe essere riassunto in una fase disorganizzativa, nella quale è riscontrabile uno stato di negazione, meccanismo di difesa che serve ad allontanare il pensiero di quei tragici momenti. Nel tentativo di superare l’accaduto o di minimizzare i danni, vengono messi in atto dei veri e propri meccanismi di difesa”.

Nel tempo, tale “materiale rimosso” viene a colludere con un sentimento di ricerca della realtà, in seguito al quale la vittima sarà pervasa da un senso di colpa. Il soggetto stalkizzato, infatti, ripercorre mentalmente più volte la scena del crimine, cercando di capire cosa poteva dire o fare per prevenire ciò che si è verificato.

“È in questa fase che appare di fondamentale importanza rivolgersi a uno specialista psicologo, in grado di accompagnare la vittima di stalking in un percorso di presa di coscienza, nel tentativo di ritornare alla normalità”, spiega la dottoressa Matteazzi. “Lo psicologo, attraverso un attento ed empatico ascolto, aiuterà la vittima, dando fiducia alle sue personali capacità, stimolando e rafforzando il suo sistema motivazionale e aiutandola a riacquistare l’autostima perduta”.