Phytomassopodia: cos’è e dove provarla

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Troppo spesso considerati una zona del corpo di serie B, i nostri piedi, costretti in scarpe a volte non proprio ottimali e in calze e collant, magari sintetici, che ne impediscono la corretta traspirazione, necessitano di cure e attenzioni, se non giornaliere come per il viso, quantomeno settimanali. Senza contare che secondo le discipline orientali, le estremità sono la mappa sulla quale si riflette la salute di tutti gli altri organi corporei.

Feet

I piedi non vengono mai considerati e curati come dovrebbero; Da questi presupposti, nel 2007, nasce la Phytomassopodia, o PMP, un metodo di lavoro più che un trattamento, in quanto affonda le sue origini su un protocollo scientifico di applicazione. Il suo nome significa “massaggio del piede con estratti a base di piante” ed è stato concepito e messo a punto a seguito di ricerche e studi clinici condotti dal professor Giuseppe Mazzocco dell’Università di Padova, in collaborazione con l’azienda Mei, che produce prodotti erboristici e fitocosmetici, con l’obiettivo di analizzare quali fossero i migliori oli essenziali capaci di penetrare con maggiore profondità nella pelle del piede e di raggiungere poi il resto del corpo.

Benefici della Phytomassopodia

piedi curati

“Le manovre della PMP”, spiega il dottor Robarto Paladin, erborista e responsabile Mei, “infondono sollievo a 360 gradi.

Oltre ad avere un’efficacia podologica, presentano proprietà flebologiche, perché migliorano la microcircolazione periferica, favorendo il ritorno venoso dal piede verso il cuore; linfatiche, riducendo i gonfiori; meccaniche, grazie allo sbloccaggio delle articolazioni; e riflesse, proprio come in un massaggio di riflessologia, tramite la stimolazione dei punti e dei meridiani energetici della volta plantare. Inoltre, possiede virtù cosmetiche, in quanto migliora la texture cutanea e la sanifica prevenendo funghi e micosi”.

Il Podostrigiles è brevettato e prende ispirazione dallo strigile, un antico “attrezzo” da massaggio utilizzato nelle terme dagli antichi Romani. Narrano le fonti, che anche la regina d’Egitto Cleopatra ne avesse uno personale in avorio.

“Ha la forma e le dimensioni di un piccolo boomerang”, continua l’esperto, “oppure può ricordare un cucchiaio ricurvo e in passato era realizzato in metallo, legno o avorio. Con lo strumento si distribuivano e si massaggiavano gli oli sul corpo, che venivano poi rimossi con il medesimo oggetto. Si tratta di una tecnica in uso nei ginnasi dove si allenavano gli atleti, i quali, per non scottarsi sotto il sole durante gli allenamenti, venivano cosparsi da una miscela di fango e argilla”. Accanto al Podostrigiles, le cinque fasi della seduta prevedono l’impiego di altrettanti prodotti fitocosmetici e di oli essenziali, che già a 20 minuti dall’inizio della metodica sono rintracciabili nelle urine con un completo grado di riassorbimento.

Dove provare la Phytomassopodia

“È un protocollo ancora poco conosciuto nel nostro Paese”, conclude Paladin, “perché inizialmente è stata riservato alle Spa del nord Italia, situate soprattutto in Alto Adige e del nord Europa, Austria, Germania e Svizzera. È il rituale di spicco anche della prestigiosa Spa dell’hotel Oberoi di Dubai, la prima aperta 24 ore su 24, che accoglie i propri ospiti con il metodo PMP creando il benessere che nasce dai piedi.

A partire da quest’anno, è iniziata la commercializzazione anche per i centri benessere di tutto il territorio nazionale. Oltre al metodo PMP, la scuola di formazione professionale Wellness from Feet Academy (WFA), diretta dal professor Mazzocco, insegna i fondamenti per utilizzare il Podostrigiles su tutto il corpo, esaltando l’efficacia dei rituali e dei prodotti naturali Mei da pianta selvatica”.

La seduta

Una sessione si suddivide in cinque fasi e può essere eseguita da un’estetista o da un operatore del benessere che abbia seguito uno specifico corso di formazione.