Nostalgia: come gestirla e affrontarla

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Con la consulenza di Eugenio Borgna, psichiatra a Novara abbiamo deciso di trattare la malinconia, come riconoscerla e soprattutto alcuni consigli per affrontarla in maniera pratica.

Nostalgia

La malinconia è una convalescenza dell’anima, un percorso di purificazione del cuore. Non ha niente in comune con la depressione, che rende apatici e chiusi. È un momento di tristezza indispensabile per l’equilibrio delle emozioni, che va gestito, assecondato e non contrastato. A pensarla così è Eugenio Borgna, lo psicanalista che da anni studia questo sentimento cui ha dedicato il libro “Malinconia” (edito da Feltrinelli). Ma vediamo nel dettaglio cos’è e come gestirla.

A differenza della tristezza patologica che è mancanza di fiducia, incapacità di provare emozioni e di prendere iniziative, la malinconia è camera di decompressione delle delusioni e delle cose sgradevoli che sono successe.
Non è ansia di cose impossibili da raggiungere, bensì memoria, rielaborazione degli incontri che abbiamo fatto. Durante questo ripensamento lento e dolce, anche l’assetto mentale si riarmonizza.

Non cercare vie di fuga

Musica, Classica

Nei momenti malinconici, la tentazione è quella di cercare scappatoie. Ma attività come uscire, vedere amici e fare sport rischiano di peggiorare la situazione: l’allegria degli altri può sottolineare il nostro malessere, il nostro senso di disagio ed estraneità. Meglio invece fermarsi e ascoltare le emozioni, appunto assecondare la malinconia e chiedersi il perché di tanta nostalgia.

L’ideale è permettersi di vivere liberamente lo stato malinconico con attività piacevoli. Qualche esempio? Ascoltare melodie di musica leggera o classica che aiutano a percepire le passioni, lasciando in disparte la ragione. Secondo il professor Eugenio Borgna è opportuno vedere film spirituali, pacati e che parlano d’amore, sorgenti di liberazione da ansie e angosce. E infine il suggerimento è quello di passeggiare nei boschi, sulle rive di un lago: camminare lentamente lungo un sentiero aiuta a individuare con naturalezza una via d’uscita, un happy end emotivo. Anche leggere poesie e romanzi è una buona terapia per riaprirci con dolcezza alla realtà che ci spaventa, alla vitalità che la malinconia tende a sopire.