Botox: rischio di analfabetismo emotivo

Vito Girelli
  • Dott. in Comunicazione pubblica, digitale e d'impresa

Le punturine di botox non sono così innocue, soprattutto alla luce di un recente studio condotto nel nuovo continente; pare che a causa di una disfunzione naturale, causata dal falsamento delle espressioni facciali, causerebbe un “analfabetismo emotivo”. Ecco la spiegazione della ricerca.

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Le iniezioni di botox possono cancellare gli effetti del passare degli anni. Ma sembra che oltre al tempo riducano anche la capacità di leggere e interpretare le emozioni altrui.

Un nuovo studio dell’University of Southern California e della Duke University (pubblicato sulla rivista Social Psychological and Personality Sciente http://spp.sagepub.com/) dimostra che, quando si tratta di leggere le espressioni di commozione, preoccupazione, gioia o tristezza sui volti delle altre persone, le donne che hanno ricevuto iniezioni di botox siano meno precise delle altre.

Da sempre le “punturine” non vengono associate alla chirurgia estetica, in quando interventi estetici molto superficiali; nonostante tutto, questi ritocchini sono molto comuni, non solo tra le star, ma anche tra le persone che possono affrontare queste spese.

Spiegazione della ricerca: Analfabetismo o punturine?

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La spiegazione non è cosi semplice, inconsciamente noi usiamo la mimica facciale per riconoscere e interpretare le emozioni degli altri.

Chi ha ricevuto iniezioni di botox non sarebbe più in grado di riprodurre perfettamente tutte le espressioni emotive, e per questo perderebbe, in parte, la capacità di leggere e classificare quelle altrui, come dice David Neal, che ha curato la ricerca.

Il lavoro di Neal sottolinea che il collegamento tra la mente e il corpo funziona in entrambe le direzioni.

Nonostante la maggior parte delle ricerche si concentrino sul potere della mente sul corpo (di guarire se stesso, di rispondere alle terapie, di resistere al dolore), questo studio suggerisce che anche il corpo fornisce indicazioni importanti che vengono utilizzate dal cervello.

“La capacità di leggere le emozioni degli altri non è qualcosa che avviene esclusivamente nella testa, ma che coinvolge anche il corpo”, ha detto Neal.

Dopo questo studio, difficilmente in molti prenderanno alla leggera la scelta di ricorre a questi trattamenti, seppur apparentemente superficiali!