Atelofobia: sintomi e cure

Atelofobia, cioè la paura delle imperfezioni che spinge ad avere un’immagine distorta di se stessi allo specchio, è uno dei nuovi ”mali” che affliggono le donne italiane; scopriamo di più su questo disturbo e su come poterlo curare. 

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Un sondaggio condotto da Paolo Mezzana, chirurgo plastico e responsabile del servizio di dermatologia oncologica Usi casa di cura Marco Polo di Roma, rivela che sempre più donne sono affette da Atelofobia.

Al sondaggio, lanciato via Facebook e che ha coinvolto una platea di 1600 persone, alla domanda ”Come ti consideri?” solo il 18% delle donne ha risposto di vedersi bella, mentre l’82% ha affermato di sentirsi ”normale” o ”niente di che”.

Tra le cose che le intervistate cambierebbero di più la pancia (15% ) e il naso (10%), mentre si ”salvavano” occhi e labbra. Il 32% ha affermato addirittura che avrebbe desiderato modificare più di una cosa di se stessa.

Donne: il problema dell’insicurezza

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Molte donne – è la conclusione di Mezzana – si rivolgono al chirurgo estetico per correggere dei difetti fisici che in realtà non esistono: in questi casi sta allo specialista indirizzarle verso soluzioni non invasive che le consentano di vedersi belle e sentirsi sicure senza ricorrere alla chirurgia.

”Tutto questo è generato da uno stato di insicurezza e di percezione non positiva del sé favorito dall’importanza data oggi all’immagine, considerata fondamentale per avere successo”,

spiega la dottoressa Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell’Eurodap, Associazione europea per il disturbo da attacchi di panico.

”Il difetto fisico quindi è considerato un qualcosa da correggere per stare bene con gli altro, per sentirsi più accettati- chiarisce Vinciguerra – il problema però è che dietro c’è spesso un disagio più profondo , per questo è fondamentale ammettere che abbiamo un problema con noi stessi e non con il nostro fisico per poter tornare a sentirci bene. Se non lo faremo, una volta corretto il singolo difetto fisico ci fisseremo su un altro e – conclude – e non serviranno neppure le rassicurazioni delle persone care a farci stare emozionalmente più tranquilli”.