Ostriche: come sceglierle e proprietà nutrizionali
Siete alla ricerca di un frutto di mare che vi faccia bene? Potreste sorprendervi: secondo gli esperti dell’Università di Berkeley, le ostriche sarebbero una buona scelta, sia per il vostro benessere, sia per l’ambiente.
Le ostriche sono da sempre considerate un cibo molto raffinato, ma oggi non sono così inaccessibili come un tempo. Tuttavia, non tutti le gradiscono, forse a causa della loro consistenza o del fatto che vengono spesso consumate crude. In realtà, questi molluschi sono ottimi anche cotti: possono essere fritti, fatti al forno o si possono utilizzare come ingredienti per dei piatti eccezionali, come ad esempio la pasta o il risotto.
Per quanto riguarda il condimento, possono essere mangiare al naturale, per assaporarne meglio il gusto, ma anche con una spruzzatina di limone o potete sbizzarrirvi con condimenti ed aromatizzazioni che vanno dal semplice rosmarino allo zenzero per un sapore più speziato e deciso.
Le ostriche non sono solo un cibo delizioso e chic! Esse sono infatti ricche di proprietà benefiche. E non è finita qui, perché decidere di inserire le ostriche nella nostra dieta, risulta anche essere una scelta ecosostenibile! Numerosi studi, infatti, hanno evidenziato che l’allevamento di questi molluschi ha un bassissimo impatto ambientale.
I vantaggi nutrizionali delle ostriche
Questi molluschi vengono consumati sia crudi, sia cotti da secoli. Qualcuno ne decanta il potere afrodisiaco, che però non è mai stato dimostrato.
Le ostriche hanno un basso contenuto di calorie e grassi, ma sono ricche di Omega 3, ferro, zinco, rame, selenio e altri minerali. Mezza dozzina di ostriche di allevamento hanno solo 100 calorie e 3 grammi di grassi totali, ma circa 650 milligrammi di Omega 3. Hanno anche un basso contenuto di colesterolo (soprattutto rispetto ad altri frutti di mare, come le aragoste e i gamberi).
Le ostriche selvatiche orientali e quelle del Pacifico sono un po’ più caloriche e contengono più grassi e colesterolo, ma anche più Omega 3. Ovviamente, per quelle in pastella e fritte, è tutta un’altra storia: sei ostriche contengono circa 450 calorie e 22 grammi di grasso.
Attenzione anche a quelle in scatola: sono spesso affumicate, e hanno più sale.
Come scegliere le ostriche
Esistono centinaia di varietà di ostriche, dal sapore molto diverso tra loro perché varia in base all’ambiente in cui esse vivono, alla qualità e alle proprietà delle acque. Le più famose e prelibate sono quelle francesi: la Francia ne è il primo produttore al mondo e le varietà sono tantissime ed apprezzate ovunque.
Una caratteristica fondamentale delle ostriche è la loro freschezza, specialmente se vogliamo consumarle crude.
Per assicurarsi che siano veramente fresche occorre assicurarsi che il guscio sia ben chiuso ed integro. Al momento in cui le andremo ad aprire, dovremmo notare una resistenza dovuta al fatto che le valve sono ben serrate. Inoltre, una volta aperta, al suo interno dovremmo trovare del liquido. Se al contrario, l’ostrica risultasse essere asciutta, significa che è stata aperta troppo e non è riuscita più a produrre la sua naturale acqua.
Solitamente le ostriche andrebbero consumate una mezz’ora circa dopo l’apertura. Dobbiamo gettare il loro liquido e dare loro il tempo di riformarne dell’altro, che potremo poi gustare insieme al mollusco per assaporarne a pieno il gusto.
I mesi migliori per consumare le ostriche sono tra settembre e aprile. Anche negli altri mesi è possibile acquistarle, ma il loro sapore risulterà meno intenso ed inoltre in estate sarà anche più difficoltoso mantenerle fresche, viste le alte temperature.
Ostriche: cibo chic ed ecosostenibile
Il numero delle ostriche selvatiche è diminuito, nel corso degli anni, a causa del loro sovrasfruttamento. Per fortuna, la maggior parte delle ostriche in commercio proviene da allevamenti ben gestiti, non inquinanti e sostenibili.
Otre ad avere un bassissimo impatto ambientale, questi molluschi svolgono addirittura un “servizio” di purificazione delle acque in cui si trovano: esse infatti riescono a filtrare circa 50 litri di acqua al giorno, migliorando la qualità dell’acqua ed assicurando quindi il prolificarsi di altre specie.