Le proprietà della melanzane: varietà, origini e curiosità

La melanzana è una pianta fondamentale nella nostra alimentazione in quanto ricca di minerali e con proprietà antiossidanti: scopriamo insieme come

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Considerate dagli esperti una varietà di ortaggio facente parte della famiglia delle Solanaceae, le melanzane posseggono degli importanti pigmenti chiamati antocianidine, ottimi per la loro azione antiossidante.
I benefici e le proprietà di questo ortaggio sono molteplici e, anche per questo, sono presenti in moltissime culture occidentali e orientali.

Origini della melanzana e consumazione

Le prime tracce storiche della melanzana, risalgono ad oltre 4000 anni fa e, più precisamente, vengono collocate in India: dopo millenni il nostro paese è divenuto uno dei più importanti produttori mondiali di questo ortaggio, diventato anche protagonista di molti piatti mediterranei.

Prodotto estivo, le melanzane però possiamo trovarle sia nei supermercati che dal fruttivendolo di fiducia, durante tutto l’anno: come sempre però è consigliabile consumare questo buonissimo ortaggio durante la sua stagione.
Mangiarle crude è molto pericoloso: non solo perché il loro sapore è davvero sgradevole ma, sopratutto perché se non cotte la solanina, sostanza che durante la cottura va persa, potrebbe intossicare il nostro organismo

Esistono moltissimi tipi di melanzane che si distinguono, solitamente, per la forma, che può essere tonda, allungata e ovale, e per il colore, che va dal lilla molto chiaro al viola intenso.

Melanzana per maschere per il viso

maschera viso bellezza naturale

La melanzana rappresenta anche un ottimo rimedio, non solo come alimento: può essere ad esempio utilizzata per applicazioni esterne nel caso delle emorroidi non sanguinanti.

Efficace anche per la preparazione di naturali maschere nutrienti per il viso:

  • Sbollentate per pochi minuti la melanzana;
  • Successivamente strizzate la polpa e mischiatela con dello yogurt ottenendo un composto denso.
  • Applicate questa crema sul viso e lasciatela in posa per circa 15 minuti.

La componente tossica della melanzana

melanzane

Attorno a questo ortaggio sono nate delle credenze popolari che la ritenevano una pianta tossica capace di far venire la febbre,gli attacchi epilettici e far impazzire tanto da essere denominata come Solanum insanum, ovvero “sollievo insano”, nome che venne inizialmente tradotto in “mela insana” e successivamente modificato nell’attuale  “melanzana”.

In realtà, gli Antichi, non avevano proprio torto riguardo le proprietà tossiche di questa pianta; infatti, così come il pomodoro, la patata e il peperone, appartiene alla famiglia delle Solanacee, caratterizzate dalla presenza della solanina: un alcaloide prodotto dalla stessa pianta per difendersi dall’attacco di insetti, vermi, funghi e batteri. Nella melanzana, in particolare, troviamo solasonina e solamargina, poco tossiche e prevalentemente concentrate nella buccia.
La presenza di queste sostanze scoraggiano il consumo a crudo di questo alimento.

Grazie alla salatura, che abitualmente precede l’uso di questo ortaggio, si assiste ad una parziale riduzione del contenuto di questi alcaloidi, così come  con l’eliminazione della buccia. Quest’ultima procedura, però, contribuisce anche alla perdita dei polifenoli presenti, in particolare degli antociani responsabili del caratteristico colore violaceo, riducendo così il suo potere antiossidante.

Melanzana: varietà e curiosità

Di questo ci sono diverse varietà che differiscono per colore e forma. Fra le varietà  più conosciute ricordiamo:

  • la violetta di Firenze, melanzana con forma tondeggiante;
  • la violetta di Napoli, con una forma più allungata e dal sapore più forte;
  • la Larga Morada, dal caratteristico colore più chiaro con strisce violacee e con un gusto molto più delicato;
  • la violetta lunga palermitana, caratterizzata da un colore viola scuro ed intenso e dalla forma allungata.

Le origini della melanzana sono tutt’ora dubbie, probabilmente proviene dall’India, e la sua presenza in Italia, in particolare in Sicilia, la si deve agli Arabi. In Francia, inizialmente era usata solo a scopo ornamentale e non alimentare. Durante la seconda guerra mondiale, le foglie di questo ortaggio venivano fatte essiccare al sole ed usate per la preparazione di sigari e sigarette, perché le foglie di tabacco erano rare e molto costose.