Dieta con cerotto abrasivo: cos’è e controindicazioni
Il dottor Nikolas Chugay, chirurgo plastico di Beverly Hills, ha messo a punto un metodo decisamente innovativo per far perdere peso. L’invenzione, battezzata col nome “cerotto dei miracoli”, si avvale dell’utilizzo di un cerotto abrasivo a base di marlex ovvero una speciale plastica usata per gli interventi chirurgici per la cura delle ernie.
Questo particolare cerotto viene letteralmente cucito con circa sei punti di sutura sulla lingua impedendo di conseguenza il consumo di cibi, soprattutto solidi. La persona sottoposta a questo trattamento dovrà seguire necessariamente una dieta a base di alimenti liquidi ed integratori preparati dallo stesso dottor Chugay.
L’apporto totale giornaliero è di appena 800 kcal. Il trattamento è però di breve durata, non dovrà superare un mese perché, grazie alla fisiologica rigenerazione tissutale, il cerotto verrebbe inglobato nella lingua.
Cerotto dei miracoli? Pro e contro
L’ideatore di questo nuovo metodo di dimagrimento assicura risultati immediati, così come non nasconde che l’applicazione e la permanenza del cerotto sulla lingua potrebbe causare non pochi problemi, soprattutto dolore, difficoltà nel parlare, nel deglutire e alterazione della salivazione.
In particolare questi problemi sarebbero accentuati soprattutto nelle prime 48 ore dopo il trattamento. Nonostante queste controindicazioni, il chirurgo assicura la perdita del peso con un solo mese di trattamento.
Inoltre l’applicazione del cerotto rappresenta anche una soluzione ai chili di troppo ad un costo decisamente inferiore rispetto a quello necessario per affrontare un trattamento di chirurgia bariatrica come ad esempio il by-pass gastrico.
Questa nuova metodica sta avendo infatti un particolare successo in Venezuela, patria della chirurgia estetica, tutto ciò è favorito dal basso costo del trattamento pari a circa 150 dollari: un prezzo decisamente accessibile a tutti.
Cerotto dei miracoli: reali controindicazioni
Nonostante in un primo momento questa notizia possa sembrare falsa, in realtà non lo è. L’applicazione del cerotto è solo l’ultima delle tante proposte choc che non hanno come obiettivo l’educazione nutrizionale del paziente, ma solo quella di ottenere la perdita di peso a qualunque costo, anche di provare dolore.
La persona che decide di sottoporsi a questo trattamento subisce una mortificazione: se decide infatti di “cedere” alla fisiologica voglia di mangiare, proverà dolore. Una vera e propria punizione per esser caduti in tentazione.
Altro aspetto che il dottor Chugay sottovaluta o meglio ancora, non dice, sono i risvolti psicologici negativi e il peggioramento della qualità della vita che il cerotto può provocare.
La costante privazione del cibo associata alla sensazione di dolore può inevitabilmente portare all’insorgenza di disturbi del comportamento alimentare dai quali è molto difficile venirne fuori. Chi inoltre assicura che, dopo la rimozione del cerotto, non avvenga la ripresa dei chili persi?
Diete: altri pericoli
Più volte abbiamo elencato i numerosi pericoli che un regime alimentare squilibrato può causare all’organismo, perfino danni irreversibili. L’invito è sempre quello di prestare attenzione, di non cedere alle lusinghe di un trattamento per la perdita di peso che richiede solo un breve periodo di applicazione.
Seguire una dieta, o meglio ancora, un percorso di educazione nutrizionale richiede lunghi tempi e dei sacrifici che non consistono in privazione del cibo, mortificazione o addirittura dolore fisico.
In questo caso per sacrificio si intende quello di abbandonare le cattive abitudini, spesso compiute anche inconsapevolmente, che nuocciono alla nostra salute come può essere quello di far un uso eccessivo di sale o zucchero, di non svolgere attività fisica, di non includere nell’alimentazione giornaliera frutta, verdura e legumi.
Ricordiamo anche che una dieta può essere l’occasione per scoprire nuovi cibi e quindi nuovi sapori e combinazioni alimentari. Spesso infatti diciamo di no ad un alimento anche se non lo abbiamo mai mangiato, quindi non perché non ci piace, ma perché abbiamo dei pregiudizi, scaturiti forse dall’idea che altri hanno riferito.