Dieta Atkins a basso contenuto di carboidrati
Come funziona la dieta Atkins e quali sono gli effetti a lungo termine. La prima dieta a basso contenuto di carboidrati, prima della Dukan e delle diete iperproteiche oggi così diffuse. Scopriamo pro e contro per l’organismo di questo regime alimentare.
Se avete mai sentito parlare di diete “low-carb” (a basso contenuto di carboidrati), conoscerete sicuramente la dieta Atkins, messa a punto dal cardiologo americano Robert C. Atkins negli anni 70. Si tratta di una dieta molto discussa, che sembra abbia riscosso successo su circa il 98% delle persone che l’hanno seguita, ma che secondo gli esperti, a lungo andare, potrebbe essere dannosa per l’organismo.
Il principio fondamentale su cui si basa è la drastica riduzione di alimenti contenenti zuccheri raffinati e carboidrati, come pasta, pane, riso, ma anche alcuni tipi di frutta e verdura, e una alimentazione basata, prevalentemente, su proteine e grassi.
Un esempio della giornata tipo:
- Colazione a base di uova e prosciutto, tè o caffè senza zucchero;
- Pranzo con insalata mista, petto di pollo alla griglia e parmigiano;
- Cena a base di salmone affumicato, spinaci ripassati all’aglio e formaggio fresco.
Il tutto con porzioni libere e senza il calcolo delle calorie.
Regola fondamentale: attenersi scrupolosamente alle indicazioni proposte
La dieta si sviluppa in 4 fasi:
- Induzione. Durante questa prima fase, che dura al massimo due settimane, vengono ridotti drasticamente gli alimenti fonte di carboidrati, come pasta, pane, riso, patate, merendine… Sono concessi un massimo di 20 grammi di carboidrati al giorno, che saranno “pescati” solo dalle porzioni di frutta e verdura consigliate. Si potranno consumare, invece, porzioni libere di carni, uova, salumi, ma anche grassi come olio di oliva, burro e guacamole.
- Continuazione della perdita di peso. Questa costituisce la fase più lunga della dieta, durante la quale viene incrementata la dose quotidiana di carboidrati di 5 grammi al giorno, fino a raggiungere quello che Atkins chiama “il livello critico di carboidrati necessario per dimagrire”. La prima settimana di questa fase conterà, quindi, su 25 grammi di carboidrati al giorno; la seconda settimana della fase su 30 grammi al giorno e così via finché non ci si accerterà che la perdita di peso si è arrestata. Per verificarlo occorre tenere sotto controllo l’ago della bilancia. Una volta raggiunto il “livello critico” si dovranno sottrarre 5 grammi di carboidrati al giorno fino a quando non si ricomincerà a perdere peso. La fase termina quando si sarà raggiunta una moderata perdita di peso.
- Pre-mantenimento. Si tratta di una fase di transizione tra la dieta e il mantenimento vero e proprio e inizia quando si sta per raggiungere il peso-forma. Durante questo periodo l’aggiunta di carboidrati è di 10 grammi al giorno per la prima settimana e così via fino a che non si è arrivati all’obiettivo, perdendo circa 500 grammi a settimana.
- Mantenimento. La fase del mantenimento non è altro che lo stile alimentare da adottare “per la vita” al fine di mantenere i risultati raggiunti. Il paziente che ha seguito la dieta conosce il proprio “livello critico” di carboidrati e dovrà stare attento alla loro dose nell’alimentazione quotidiana.
Il parere dell’esperto
A cura del prof. Pierluigi Rossi, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione e Medicina Preventiva
Punti di forza:
- Facilità nel raggiungimento dell’obiettivo;
- Semplice da seguire poiché non occorre calcolare le calorie;
- Aiuta a sensibilizzare il paziente sulla giusta dose di carboidrati che può consumare per non ingrassare.
Punti deboli:
- È una dieta acidificante l’organismo, può portare alla comparsa di corpi chetonici nell’urina. Elimina, durante il periodo di dieta, molti alimenti, soprattutto quelli ricchi in carboidrati;
- Se seguita per lunghi periodi di tempo, può causare la nascita di problemi di salute quali colesterolo, costipazione, crampi, alito cattivo (segno di chetosi).